Quattro mesi per radere al suolo l’ex Spea

Cominciata la rimozione dei tetti in amianto, poi l’area andrà all’asta.
 

TERAMO. Piano piano, pezzo per pezzo, stanno smontando il “mostro”. Hanno cominciato lunedì e la prima settimana di lavoro è filata liscia. Ma per veder sparire gli immensi capannoni dell’ex Spea in via Gammarana ci vorranno circa quattro mesi. Terminato questo lavoro, e messa in sicurezza l’area, si potrà procedere con la vendita all’asta del terreno.

Il cartellone esposto sul cantiere recita: «Lavori di demolizione dei capannoni industriali ex Spea e bonifica superficiale delle aree a quota pavimento». L’importo è di un milione e 120mila euro, una cifra che sembrerebbe enorme a chi non sapesse che i tetti dell’ex Spea sono in eternit, la letale miscela di cemento e amianto dichiarata tossica per l’uomo. La rimozione dell’eternit è un lavoro delicatissimo, il suo smaltimento molto costoso.

Il cartellone di cantiere fissa anche in 90 giorni la durata dell’intervento, portato avanti dal raggruppamento temporaneo di imprese che fa capo alla teramana Fedele Di Donato Srl su mandato della tarantina Serveco. «Realisticamente i lavori dovrebbero concludersi in circa quattro mesi», chiarisce l’avvocato Pietro Referza, nominato dal tribunale curatore del fallimento ex Spea. «Sarà una demolizione quasi integrale», spiega Referza, «anche per evitare una fonte di pericolo dal deterioramento della struttura. Peraltro, da quando sono curatore, nel fabbricato sono già stati fatti due-tre interventi di bonifica parziale».

La parola “bonifica” è fondamentale: quei capannoni, tutto quell’eternit, sono un’autentica bomba innescata in un’area ormai non più periferica della città. Una volta rimosso l’amianto, partirà la demolizione del più grande relitto industriale rimasto a Teramo. E poi? Poi l’area, sgombra, dovrà essere venduta. Ma questo non avverrà in tempi brevissimi.

Pietro Referza spiega: «Dovremo studiare soluzioni tecniche che consentano la vendita dell’immobile alle condizioni più vantaggiose per la curatela. Sarà un’asta, ovviamente. I tempi? Deriveranno dal mercato. Da quale base d’asta si potrebbe partire? È prematuro dirlo. La base dovrà essere oggetto di un’appropriata valutazione da parte dei nostri periti». Pazienza, dunque. Nella storia dell’ex Spea c’è ancora qualche capitolo da scrivere.