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Rifiuti, pronta la stangata: oltre il 10% per tutte le attività

È la conseguenza dell’aumento del costo del servizio che il prossimo anno verrà spalmato per il 51% sulle attività produttive. Intanto la Team insiste: vogliamo il credito di 1,3 milioni

TERAMO. Per il prossimo anno si prevedono salati rincari della Tari per le utenze commerciali, che potrebbero aumentare in media del 15%. A spigare la composizione della tariffa è il capogruppo del Pd Gianguido D'Alberto, che sulla base delle simulazioni prodotte dal Comune spiega che la Tari rimarrà invariata per le famiglie a discapito delle attività produttive. Il tutto nonostante il sindaco Maurizio Brucchi sia riuscito a evitare che nel Piano economico e finanziario (Pef) della Team fossero inseriti i crediti inesigibili 2007-2009 per un ammontare di un milione e 300mila euro, che l'azienda pretende e che avrebbero fatto salire ancora le percentuali.

«Il Comune ha stabilito un criterio di ripartizione del Pef del 50 e 50: metà dell'importo verrà spalmato sulle famiglie, l'atra metà sulle utenze commerciali. L'anno scorso invece l'amministrazione scelse di ripartire la tariffa per il 51% sulle utenze domestiche e il 49% sulle attività commerciali. Il punto». spiega D'Alberto, «sta nel fatto che quest'anno il costo del servizio secondo il Pef è aumentato e dunque l'effetto dell'abbassamento di un punto percentuale sulle famiglie è inesistente e lascia la tariffa delle utenze domestiche invariata. Al contrario i costi per le attività produttive saliranno in una forbice che oscilla dal 10 al 20%». D'Alberto, sulla base delle simulazioni, spiega ad esempio che per ristoranti, pub, e trattorie gli aumenti sono del 16,4%; per bar, caffè e pasticcerie sono dell'11,6%, mentre per estetiste e parrucchieri, cartolerie, ferramenta e negozi di calzature sono del 13,8%. La percentuale arriva al 20% per gli uffici della pubblica amministrazione, musei, scuole, associazioni e luoghi di culto.

«Il sindaco lo scorso anno vantava riduzioni alle imprese, ma quest'anno presenta il conto con costi aumentati al netto dei crediti inesigibili. Ma anche qui», spiega D'Alberto, «c'è il tranello. Infatti per stessa ammissione del sindaco, qualora la Team produca la certificazione di inesigibilità, l'amministrazione si dice pronta a riconoscere le somme in sede di consuntivo. In questo modo il sindaco congela le somme inesigibili solo per evitare lo scoglio politico, scaricando le colpe sulle prossime amministrazioni e sui prossimi contribuenti».

A questo riguardo, per la Team la partita sui crediti inesigibili non è affatto finita. Ieri sarebbe stata inviata una nota al Comune in cui la municipalizzata ribadisce che gli adempimenti richiesti per il riconoscimento di inesigibilità di quei 1,3 milioni sono stati effettuati. Questo per la Team costituisce motivo sufficiente ad aggiungere il milione e 300mila euro nel Pef. L'azienda si riserva di valutare l'ipotesi di impugnare il provvedimento qualora dovesse ritenere che il mancato inserimento dei crediti inesigibili sia illegittimo.

Oltre alle grane amministrative ci sono poi quelle politiche. Non è escluso infatti che il gruppo consiliare di Teramo Soprattutto decida di non votare il provvedimento. Alfonso Di Sabatino Martina, in Croazia per una pausa di riflessione, fa sapere che scioglierà il riserbo lunedì sera, qualche ora prima dell'approdo in aula del Pef. Ammesso che possa votarlo, il problema politico si ripresenterebbe prima del bilancio visto che Di Sabatino ha intenzione di porre dei veri e propri veti su alcune figure oggetto di rimpasto. Il riferimento probabile è la permanenza dell'assessore Rudy Di Stefano in giunta. Su Di Stefano Di Sabatino non ammetterebbe mediazioni, così come ha lasciato intendere con gli attacchi in sua direzione sulla gestione del patrimonio e sulla richiesta di mutui per la chiusura della discarica.

Marianna De Troia

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