Robimarga incastrato da cinque visite

L'accusa al medico-assessore: faceva pagare i pazienti senza versare il dovuto alla Asl

TERAMO. Dieci pagine per sospendere dall'ospedale il medico assessore Corrado Robimarga e per sostenere il pericolo di reiterazione dei reati. Il provvedimento del gip Guendalina Buccella delinea con chiarezza l'impianto accusatorio e lo puntella con episodi circostanziati. Il medico è accusato di falso ideologico, truffa aggravata ai danni dello Stato e peculato. Per il procuratore Gabriele Ferretti e il pm Davide Rosati (il titolare del caso che ha chiesto ed ottenuto la misura dell'interdizione) il professionista avrebbe fatto visite a pagamento nella struttura ospedaliera senza versare parte degli introiti alla Asl, si sarebbe assentato dal posto di lavoro presentando falsi documenti alla Asl attestanti la sua presenza negli uffici comunali come assessore e avrebbe falsificato una cartella clinica. Accuse respinte dal medico. Intanto i suoi difensori Antonio Valentini e Sergio Menna hanno presentato ricorso al tribunale del Riesame.

LE VISITE A PAGAMENTO Nel provvedimento di sospensione (valido per due mesi) il gip cita cinque episodi di visite a pagamento. «Robimarga nella sua qualità di dirgente di primo livello del reparto di urologia dell'ospedale di Teramo tra il marzo del 2008 e il novembre del 2010, per ben cinque volte sottoponeva a visita un paziente, due volte in poliambulatori esterni alla struttura pubblica e tre volte all'interno dell'ambulatorio di urologia dell'ospedale», scrive il gip, «percependo per tali prestazioni due volte la somma di 50 euro e tre volte la somma di 80 senza rilasciare alcuna ricevuta, appropriandosi, quindi, anche della somma che aveva riscosso per ragioni del proprio ufficio e per conto della Asl (dovendo versare, in percentuale fissa, parte dell'introito alla Asl). Inoltre lo stesso medico nel corso di una visita urologica fatta nell'ambulatorio dell'ospedale, sottoponeva il paziente ad una ecografia renale mediante l'utilizzo dell'apparecchiatura della struttura sanitaria perceendo per la prestazione la somma di 80 euro».

LA CARTELLA CLINICA Il caso della cartella clinica di un paziente, per cui Robimarga è accusato di falso ideologico in atto pubblico, viene affrontato citando alcune intercettazioni tra il medico e una infermiera del reparto di urologia. «Dopo essere stato assente dal reparto durante il suo turno pomeridiano senza neanche premurarsi di verificare di persona la situazione dei pazienti», scrive il gip, «si allontana dal presidio ed istruisce telefonicamente l'infermiera su terapie e consulenze da somministrare. E' evidente come Robimarga, oltre ad aver compilato la cartella clinica il giorno successivo, certificava la somministrazione al paziente del potassio alle ore 6 e alle ore 18 del 7 dicembre, quando la conversazione intercettata rivela come il farmaco sia stato somministrato solo dopo le 20.43». Secondo il gip «risulta abbastanza evidente come la falsa annotazione vada ricondotta alla necessità di sistemare alcune irregolarità emerse negli accertamenti sanitari fatti dal paziente».

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