Robimarga nei guai per 50 euro

I retroscena della bufera giudiziaria che ha travolto il medico assessore

TERAMO. Il medico-assessore, Corrado Robimarga, è finito nei guai per 50 euro. Sospeso per due mesi dal gip Guendalina Buccella dal posto di lavoro a Urologia, con le accuse di peculato d'uso, falso e truffa; fuori dalla giunta, dopo aver rimesso nelle mani del sindaco, Maurizio Brucchi la delega all'Urbanistica; travolto dalla bufera. Tutto per una buccia di banana.

Nel 2008 un paziente si fa visitare da Robimarga. Non va all'ospedale di Teramo ma in un poliambulatorio di Nereto. Il costo della visita è, appunto, di 50 euro. Tre anni dopo, nel 2010, quel paziente rispunta. Si presenta all'autorità giudiziaria e denuncia Robimarga di essersi fatto pagare una visita privata in una struttura ospedaliera. Per il pm Davide Rosati è peculato d'uso. E per 50 euro il medico-assessore brucia 32 anni di professione.

Come urologo, Robimarga era infatti in predicato di andare a dirigere un minireparto a Giulianova, una "unità semplice a valenza dipartimentale di Urologia endoscopica" prevista dal piano del manager Giustino Varrassi. E come assessore aveva in mano gli appalti più grandi e discussi di Teramo: dallo svincolo alla Gammarana del Lotto zero, all'hotel a 5 stelle con annesso campo da golf vicino allo stadio, alla mega struttura sanitaria privata di Casalena, fino ad arrivare ai 150 milioni di euro del nuovo teatro con l'abbattimento del vecchio stadio per realizzare centinaia di appartamenti e posti auto sotterranei.

Maledetta per Robimraga quella buccia di banana che lo ha messo ko. Dal palazzo però giunge voce che il sindaco voglia respingere oggi le dimissioni, rimettendo il sella il suo assessore e sfidando la procura. O aspetterà la decisione del tribunale del riesame (la difesa ha annunciato il ricorso) di fronte al quale la procura deve scoprire tutte le carte. Dopo la denuncia tardiva di quel paziente, il telefono di Robimarga infatti è stato messo sotto controllo per sei mesi. E centinaia di colloqui, con lo stesso sindaco, con altri politici, con costruttori e con un ex assessore regionale, sono stati intercettati. E poi ci sono otto mesi di pedinamenti.

Persino il 24 marzo scorso, il giorno che Brucchi ha definito storico per Teramo, mentre la folla assisteva al taglio del nastro del Lotto zero, atteso da trent'anni, un carabiniere seguiva gli spostamenti di Robimarga. Ma cosa hanno scoperto gli investigatori in otto mesi? Sulle carte dell'accusa compaiono sette episodi che hanno fatto scattare le altre due ipotesi d'accusa di falso e truffa ai danni della Asl, e sono costati un avviso di garanzia anche al secondo indagato di questa vicenda, un dirigente del Comune che, in una sola circostanza, ha rilascito una falsa dichiarazione per Robimarga.

Spieghiamoci meglio: per sette volte, dice l'accusa, il medico assessore si è fatto rilasciare permessi dal Comune che giustificassero la sua assenza, per non più di due ore, dal reparto di urologia, per impegni legati all'attività da assessore. Ma chi lo pedinava lo ha visto in un bar, oppure a Tortoreto o ancora a Giulianova. Tirando le somme: la buccia di banana dei 50 euro e i sette falsi permessi sono costati sabato scorso a Robimarga la poltrona più pesante della giunta Brucchi e il posto di lavoro in ospedale. Ma facciamo un passo indietro. Torniamo all'antivigilia di Natale dello scoro anno. Era il 23 dicembre quando, dopo mesi di intercettazioni e pedinamenti, i carabinieri fanno anche irruzione al Mazzini e perquisiscono lo studio del medico assessore. Poi, una decina di giorni fa, Robimarga viene convocato in tribunale e interrogato a lungo dal gip. Si difende su tutto, fa anche cadere la quarta accusa di abuso d'ufficio per una stanza che occupava all'ospedale. Ed è convinto di esserne uscito pulito. Ma sabato la bufera lo travolge anche se sembra che gli investigatori cercassero ben altro. Che non hanno trovato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA