Robimarga, sentiti i pazienti

L'inchiesta continua, la procura ne convoca decine

TERAMO. Caso Robimarga: la procura convoca decine di pazienti e la Asl apre un'indagine interna. Si muove in più direzioni l'inchiesta che ha portato alla sospensione dall'ospedale del medico-assessore.

Il pm Davide Rosati ha delegato i carabinieri a sentire numerosi pazienti del medico. Dieci quelli già comparsi in procura, ma si tratta di un elenco destinato ad aumentare. L'obiettivo è quello di accertare eventuali altri casi, oltre ai cinque già contestati, di visite fatte a pagamento in ospedale senza versare il dovuto alla Asl. L'urologo Corrado Robimarga deve rispondere di falso ideologico, truffa aggravata ai danni dello Stato e peculato. L'ex assessore all'urbanistica, inoltre, è accusato di essersi assentato dal posto di lavoro presentando falsi documenti alla Asl attestanti la sua presenza negli uffici comunali come assessore e di aver falsificato una cartella clinica.

Accuse respinte dal professionista che, tramite i suoi legali Antonio Valentini e Sergio Menna ha presentato ricorso al tribunale del Riesame contro il provvedimento di sospensione del gip Guendalina Buccella. Per la questione dei permessi è indagato anche Stefano Mariotti, dirigente del settore urbanistica: è accusato di truffa e falsità ideologica in concorso. Nel corso di una perquisizione in uno studio di Robimarga i carabinieri hanno trovato uno dei moduli, firmati in bianco, necessari per ottenere il permesso si assentarsi dal lavoro per questioni legate alla sua carica di assessore. «Tali certificazioni», scrive a questo proposito il gip, «venivano compilate al solo fine di giustificare i permessi chiesti e fruiti dal dipendente indipendemente dal concreto espletamento di attività connessa all'assessorato».

Intanto il settore amministrativo Asl da cui dipende Robimarga ha trasmesso all'ufficio disciplinare il provvedimento di sospensione. L'azienda sanitaria, inoltre, avrebbe chiesto all'ufficio disciplinare di valutare anche la posizione del dirigente che, secondo la procura, ha assegnato all'ex assessore una stanza al terzo piano del II lotto dell'ospedale Mazzini. L'obiettivo è di fare chiarezza sulla procedura seguita. Il dirigente, il cui nome viene citato negli atti del pm, per ora non è indagato. L'ichiesta va avanti e non è escluso che il pm possa avvalersi anche di un consulente per meglio ricostruire la vicenda legata alla cartella clinica che, per l'accusa, sarebbe stata falsificata dal medico.

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