Robimarga, un solo intervento in 2 anni

L'ex assessore del Pdl promosso da Varrassi, spunta un documento Asl sulla sua attività

TERAMO. Robimarga: un solo intervento negli ultimi due anni. Il report dell'attività chirurgica dell'urologia del Mazzini mette alla luce un aspetto che può diventare centrale nell'inchiesta sulla promozione del medico ex assessore comunale del Pdl a responsabile dell'unità semplice dipartimentale creata a Giulianova e che ha portato ai tre avvisi di garanzia a Varrassi e agli altri due direttori.

L'inchiesta aperta dal pm Davide Rosati ha portato - oltre agli avvisi di garanzia al direttore generale, il docente universitario aquilano Giustino Varrassi, a quello sanitario Camillo Antelli e a quello amministrativo, Lucio Ambrosj - anche al sequestro degli atti relativi alle selezioni per individuare i responsabili dell'unità operativa semplice di Atri (declassata nell'atto aziendale, prima era unità complessa) e in quella semplice ma a valenza dipartimentale di Giulianova (creata ex novo, al posto di un semplice ambulatorio). Ovviamente sequestrata anche la delibera del 22 dicembre firmata dai tre direttori in cui si nomina Corrado Robimarga. Le ipotesi di reato nei confronti di Varrassi, Ambrosj e Antelli per ora sono tre: abuso d'ufficio, omissione d'atti d'ufficio e falso documentale.

Il report dell'attività chirurgica del reparto fornisce un tassello in più al quadro d'insieme. Nella delibera di nomina si cita il parere del direttore del dipartimento chirurgico facente funzione (all'epoca Osvaldo De Berardinis) in cui sostanzialmente si dice che nessuno dei candidati spicca sull'altro per qualità professionali. Però, poco dopo nella delibera, la Asl motiva la nomina con il fatto che Robimarga "vanta una maggiore esperienza in merito alle attività chirurgiche proprie di urologia ed è l'unico che si dichiara in possesso dell'idoneità primariale".

Della "maggiore esperienza nelle attività chirurgiche" però nei dati non c'è traccia. Negli ultimi due anni Robimarga ha eseguito un solo intervento chirurgico dei 915 eseguiti nella divisione convenzionata con l'università dell'Aquila e diretta da Carlo Vicentini. Di solito, essendo le tecniche chirurgiche in continua evoluzione, si considerano nelle valutazioni gli ultimi due-tre anni di attività del candidato, ma anche a volerne considerare cinque, i dati non cambiano poi tanto. Sotto questo aspetto Robimarga è l'ultimo dei medici del reparto (ad esclusione di uno presente in urologia solo nel 2011) con 50 interventi su un totale di 2.369. Non solo: le norme dei concorsi della sanità dispongono che dati citati nei curriculum dei candidati, se usati ai fini di una nomina, vanno validati dal primario e dalla direzione sanitaria. Cosa che non risulta sia avvenuta. Sull'altro requisito citato nella delibera, l'idoneità primariale, c'è da dire che è un titolo non più valido.

Un altro aspetto dell'inchiesta riguarda l'eventuale violazione dell'articolo 5 del regolamento della Asl sui concorsi, secondo cui il soggetto nominato deve avere alcuni requisiti, fra cui capacità mangeriali e deve essere in grado di assicurare il buon andamento della pubblica amministrazione. Ma il medico è indagato per peculato, falso ideologico e truffa aggravata ai danni dello Stato. Ipotesi di reato che sarebbero avvenute ai danni della Asl. Esiste anche un procedimento disciplinare a suo carico: il direttore del reparto gli ha assegnato una censura e una multa per fatti non collegati all'inchiesta. Procedimento disciplinare contro cui Robimarga ha fatto ricorso al giudice del lavoro.

Ma al di là di tutti i risvolti dell'inchiesta, la nomina di Robimarga mette la Asl in una posizione scomoda. La stessa azienda che l'ha promosso, infatti, potrebbe dover scegliere se costituirsi parte civile in un eventuale processo contro di lui, in quanto parte lesa.

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