Rosci, appello al ministro di Giustizia

In piazza i parenti e gli amici del giovane che sta scontando sei anni per gli scontri di Roma

TERAMO. La commozione di un fratello, il coraggio di una compagna, il sostegno degli amici spezzano l’indifferenza. Quando le parole di una lettera dal carcere irrompono in piazza, la città prova ad ascoltare.

Chi scrive è Davide Rosci , il 30enne teramano leader di Azione Antifascista condannato in primo grado a sei anni per gli scontri di Roma. Da febbraio è in cella per evasione dagli arresti domiciliari: in tre mesi è stato a Castrogno, Rieti e Viterbo. «Andare avanti non è facile», scrive Rosci nella lettera che la fidanzata Jessica legge in piazza, «ma anche la vostra solidarietà mi dà la forza di resistere. Dopo tre mesi in carcere posso dire di aver visto delle cose atroci». Nel penitenziario laziale ha iniziato uno sciopero della fame, qui qualche giorno fa ha ricevuto la visita della parlamentare abruzzese del Pd Maria Amato.

In città è nato un comitato per sollecitare un suo riavvicinamento e nelle prossime ore chiederà un incontro al ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri «perchè nessuno conosce le motivazioni di questi trasferimenti».

E il comitato sceglie la piazza, il confronto pubblico, per raccontare, per dare voce alla protesta, per rompere l’indifferenza con un dibattito aperto in cui parlano cittadini, amici, il segretario regionale di Rifondazione Marco Fars. «Siamo preoccupati per le conseguenze che lo sciopero della fame può avere sulla salute di Davide», dicono i componenti del comitato, «ma nello stesso tempo non possiamo rimanere insensibili di fronte al messaggio che vuole portare all’attenzione di tutti e che riguarda le condizioni in cui si trovano le carceri italiane».

Un Paese che a gennaio è stato condannato dalla Corte di Strasburgo proprio per le condizioni delle carceri e che, è notizia di ieri, entro un anno dovrà trovare una soluzione visto che la Ue ha rigettato il ricorso dell’Italia, confermando il provvedimento della Corte. E il sovraffollamento dei penitenziari, l’impossibilità di uno Stato a garantire i diritti più elementari dei detenuti s’incrociano con la vita di Rosci. «Ovviamente», continuano quelli del comitato, «sentiamo il dovere di tornare a porre l’accento sull’assurda situazione che Davide sta vivendo dopo tredici mesi dall’arresto, dopo tre mesi di detenzione carceraria condita da assurdi e ancora oggi ingiustificati spostamenti con lunghi periodi passati in isolamento. Per questo riteniamo che sia arrivato il momento di dire basta a una vergopgnosa situazione, inaccettabile soprattutto alla luce del fatto che stiamo parlando di una persona condannata solo in primo grado. Per questo chiediamo con forza almeno un riavvicinamento a una struttura detentiva più vicina a Teramo che renda un po’ più lieve allo stesso Davide e a suoi familiari questa assurda situazione». E la mobilitazione continua: nei prossimi giorni ci saranno nuove assemblee in piazza, mentre il gruppo musicale 99 Posse ha annunciato per venerdì un concerto cittadino da dedicare a Rosci.(d.p.)

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