Roseto, abusi sessuali sulla figlia di 14 anni: chiesto il processo per il padre

La procura ha chiuso le indagini e ha fatto la richiesta di rinvio a giudizio per l’uomo già allontanato dalla casa familiare. Il tribunale dei minori gli ha sospeso la potestà genitoriale

ROSETO. Sono le tappe di un procedimento giudiziario a raccontare un’altra storia di presunti abusi e violenze in famiglia. Il pm Laura Colica ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio per il cinquantenne accusato di abusi sessuali sulla figlia all’epoca dei fatti minore di 14 anni e che nei mesi scorsi è stato allontanato dall’abitazione familiare. Nella vicenda è intervenuto anche il tribunale il tribunale dei minori dell’Aquila sospendendo la potestà genitoriale sia al padre sia alla madre e affidando la ragazzina ad un familiare.

Perchè in un’indagine complessa e delicata, come lo sono tutte quelle che travolgono le vittime di abusi, ogni provvedimento ha un solo obiettivo: la tutela del minore. E nell’attesa che il procedimento giudiziario faccia il suo corso con un doloroso carico di interrogativi e risposte, a decidere per la ragazzina non sarà la madre ma un curatore speciale nominato proprio per garantire l’interesse del minore. La potestà genitoriale non è stata revocata dai giudici aquilani ma, appunto, sospesa in attesa che l’indagine penale faccia chiarezza. Ora sarà il gup a decidere se mandare l’uomo a processo o disporre per lui il non luogo a procedere.

La vicenda, per cui il pm Colica nei mesi scorsi ha chiesto ed ottenuto dal gip Giovanni de Rensis la misura dell’allontanamento dalla figlia, è scoppiata dopo la segnalazione di alcuni insegnanti. Docenti attenti che, evidentemente, sono riusciti a percepire i segnali di disagio della ragazzina, il cambiamento di una studentessa che da estroversa diventa introversa, da sorridente diventa imbrociata e silenziosa. E che, nonostante tutto, riesce a confidare qualcosa che non può cadere nel vuoto.

La prima segnalazione partita dagli insegnanti ha fatto scattare l’indagine che ben presto è diventata un fascicolo della procura. La polizia, a cui sono state delegate le indagini, ha raccolto decine di testimonianze tra familiari e conoscenti.

Dopo l’applicazione della misura di allontanamento al padre, la procura ha continuato a fare i suoi passi e ha chiesto ed ottenuto dal gip di ascoltare la minore con la formula dell’incidente probatorio in un’audizione protetta davanti al giudice alla presenza di uno psicologo. Un passaggio, quello dell’incidente probatorio, che la Carta di Noto – strumento che ormai da tempo individua e descrive il protocollo da seguire in relazione all’esame del minore che si ipotizzi vittima di abusi – ritiene indispensabile visto che all’articolo 7 dice: «L’incidente probatorio è la sede privilegiata di acquisizione delle dichiarazioni del minore nel corso del procedimento».(d.p.)

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