Roseto, la Procura indaga sulla discarica lungo il Vomano

Aperto un fascicolo per violazioni delle normative ambientali sui rifiuti affiorati dall’argine nord. Accertamenti in corso sugli sversamenti di liquami, l’inchiesta scattata dopo alcuni esposti

ROSETO. Sarà un’inchiesta della Procura a fare chiarezza su quella grande quantità di rifiuti interrati sulla sponda nord del fiume Vomano. Il pm Silvia Scamurra ha aperto un fascicolo sulla base di alcuni esposti che già nel 2015 avevano segnalato la presenza di quei rifiuti accumulati e stratificati nel tempo in una discarica abusiva. Perchè quella spazzatura che spunta dall’argine eroso del fiume non è di certo passata inosservata. Si tratta di un fronte di circa 400 metri, raggiungibile solo a piedi, in cui s’intravedono rifiuti di vario genere.

La Procura, dopo l’apertura del fascicolo per ora contro ignoti, ha delegato le indagini ai forestali carabinieri per una prima raccolta di dati e accertamenti di natura tecnica. Non è escluso che prossimamente possa far ricorso anche ad una consulenza. Per ora ci sono gli accertamenti in corso in un fascicolo aperto per la violazione di svariate normative ambientali. Una vicenda che ricorda quella dell’altra discarica di Coste Lanciano, dismessa da tempo ed erosa negli anni dal fiume Tordino.

Per quanto riguarda quella del Vomano va detto che nel 2015 la presenza venne segnalata agli allora amministratori comunali da una nota inoltrata all’epoca dal blogger Luigi Felicioni. In quella lettera, protocollata negli uffici comunali, si denunciava «la parziale erosione degli argini dai quali si evincono fuoriuscite e sversamenti di liquami, sabbie catramose, terriccio e argille probabilmente intrise o contaminate da idrocarburi oltre a materiali di ogni tipo, sia di origine organica e non». Le cronache dell’epoca riportano la risposta dell’allora assessore comunale all’ambiente Fabrizio Fornaciari che, proprio in riferimento alla discarica del Vomano, sosteneva: «Si tratta di una discarica abusiva censita già nel 2007 e oggetto di tutte le verifiche previste dalla legge».

L’inchiesta della Procura teramana mira ora a fare accertamenti specifici anche per risalire al tipo di rifiuti che negli anni si sarebbero accumulati in quella zona e che possono aver provocato sversamenti di liquami. Va detto che fino a trent’anni fa era prassi comune e abituale scaricare rifiuti di ogni genere a ridosso degli argini dei fiumi che nel tempo sono diventati ricettacolo di ogni genere di spazzatura. Discariche non solo abusive. Basti fare per tutti il caso di Coste Lanciano, a ridosso del fiume Tordino. Una discarica che attende ancora, nei fatti, di essere bonificata. Ci sono stati dei lavori di messa in sicurezza degli argini, ma la bonifica del sito non è ancora iniziata.(d.p.)

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