Roseto, maestra schiaffeggia gli alunni Indagata per abuso di mezzi di correzione

L'accusa è abuso dei mezzi di correzione, lei si difende davanti al pm: è falso

ROSETO. Schiaffi in faccia agli alunni, lanci di ciabatte verso di loro e rimproveri fatti in modo aspro. Ci sarebbero episodi come questi dietro l'inchiesta scattata su una maestra che lavora in una scuola materna di Roseto. La scuola è comunale, ma gestita da una cooperativa. L'accusa ipotizzata per la docente è di abuso dei mezzi di correzione.

La vicenda nasce alcuni mesi fa, dopo che alcune colleghe dell'insegnante notano qualcosa che non va. Una vede la collega uscire dal bagno insieme a un bambino che ha una guancia rossa e piange, come se avesse appena preso uno schiaffo; un'altra, in una diversa occasione, la vede tirare verso gli alunni una ciabatta.

La voce di questi comportamenti caratterizzati da scarso autocontrollo comincia a diffondersi nella scuola e i responsabili della cooperativa che gestisce la struttura convocano la maestra per chiederne conto. Lei, per tutta risposta, denuncia la cooperativa per calunnia. Ma, se l'obiettivo della maestra con questa mossa era di prevenire possibili guai per se stessa, il risultato è invece di attirarli.

I carabinieri di Roseto, delegati dalla magistratura a svolgere accertamenti dopo la denuncia-querela per calunnia, vengono infatti a conoscenza di ulteriori episodi rispetto a quelli citati. E si tratta sempre di fatti che fanno pensare a un abuso dei mezzi di correzione da parte della docente. A un certo punto viene fuori che in uno dei giorni citati dai testimoni la maestra indagata era assente, ma poi si scopre che si trattava di un mero errore nato dalla confusione sulle date. Di certo c'è che l'inchiesta per calunnia contro la cooperativa viene archiviata, mentre procede quella sulla docente. Che, qualche giorno fa, è stata sentita dal pubblico ministero Bruno Auriemma, titolare dell'indagine, e si è difesa, respingendo gli addebiti. Ovviamente le accuse sono ancora tutte da provare, ma la vicenda sembra destinata a finire davanti a un giudice. (d.v.)

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