Roseto, violentò la figlia. I giudici: non sarà più il padre 

La Corte d’appello stabilisce la perdita della responsabilità genitoriale per un uomo di 50 anni accusato anche di v maltrattamenti alla suocera

ROSETO. Semmai lo fosse stato, almeno sulla carta, ora non lo sarà più. Non sarà più il papà di quella figlia 13enne abusata e maltrattata: è una sentenza d’appello che stabilisce la perdita della responsabilità genitoriale per il 50enne di Roseto condannato in primo grado a nove anni al termine di un rito abbreviato. Così ha stabilito il collegio presieduto da Armanda Servino al termine dell’udienza dopo il ricorso presentato dall’uomo (assistito dall’avvocato Enrico Dellacagna). Perchè in un procedimento complesso e delicato, come lo sono tutti quelli che travolgono le vittime di abusi, ogni pronunciamento ha un solo obiettivo: la tutela del minore.
I giudici hanno rideterminato la pena da nove ad otto anni a causa dell’assorbimento di un reato in un altro (i maltrattamenti alla suocera sono confluiti nella violenza), mentre hanno accolto in toto la richiesta della perdita di responsabilità genitoriale fatta dall’avvocato Anna Candelori, che assiste la minore per cui è stato nominato un curatore speciale. L’uomo è accusato di aver abusato della figlia e della suocera, di aver maltrattato la moglie e l’altro figlio sempre minore. La vicenda, per cui il pm Laura Colica (titolare del fascicolo) aveva chiesto ed ottenuto dal gip la misura dell'allontanamento dell'uomo dalla casa familiare, era emersa dopo la segnalazione di alcuni insegnanti.
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