Saccuti arrestato per 1,2 milioni spariti

Tortoreto: sequestrati casa, conti, 3 auto e 2 moto all’economo accusato di aver acquistato anche un Suv con soldi pubblici

TORTORETO. Soldi pubblici per pagare vacanze, rinfreschi, assicurazioni, gite in barca, lavanderie, attrezzi da fitness e persino un tagliaerba: un milione e 240mila euro in 9 anni. Tutto depredando bilanci sempre più asfittici in una fiera dell’assurdo che diventa scandalo solo quando scatta l’inchiesta della magistratura.

E’ l’Italia delle truffe e degli sprechi, dei mille rivoli di spesa e dei controlli inesistenti quella che il pm della procura distrettuale dell’Aquila David Mancini immortala nell’inchiesta che porta in carcere Pasqualino Saccuti, 42 anni, ex dirigente del settore ragioneria del Comune di Tortoreto. Saccuti, già condannato a tre anni per aver tentato di acquistare un Suv sempre con i soldi del Comune (reato per cui nel gennaio 2012 venne raggiunto da un divieto di dimora a Tortoreto in seguito al quale si dimise dall’incarico), è accusato di truffa, peculato, falso e accesso abusivo ad un sistema informatico: reato quest’ultimo che ha fatto scattare la competenza della procura distrettuale. L’ex dirigente ( difeso dall’avvocato Guglielmo Marconi) è stato arrestato ieri mattina su esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip aquilano Marco Billi: i finanzieri che lo hanno prelevato nella sua abitazione di Tortoreto gli hanno notificato anche un decreto di sequestro preventivo per equivalente di beni per circa 400mila euro. Significa che gli sono stati sequestrati la casa, due moto, tre macchine, conti correnti, quote di multiproprietà su tutto il territorio nazionale, vario materiale informatico, attrezzatura da fitness e per una lavanderia automatica, orologi. Un’indagine complessa con accertamenti fatti a ritroso: dal 2003 al 2011. Migliaia gli atti sequestrati per dimostrare che quelle spese sono state fatte dall’ex dirigente che, proprio nella sua veste, aveva accesso ai conti dell’ente per fare anche operazioni on line. Mesi e mesi di lavoro che hanno portato investigatori e inquirenti a ricostruire, almeno per ora, questo meccanismo: sulla contabilità venivano registrate le fatture dei fornitori, tutte ditte conosciute all’ente pubblico, e dal punto di vista contabile questo significa che c’era una fattura e quindi anche una spesa in uscita dai conti dell’ente. Ma, secondo l’accusa, quelle fatture erano false. E’ andata avanti così per ben nove anni: dai conti di un Comune è uscito più di un milione per spese che sicuramente nulla hanno a che fare con quelle di una pubblica amministrazione. Tutto senza che nessuno si sia mai accorto di nulla visto che quando il caso del Suv è scoppiato, sollevando il coperchio dello scandalo, a denunciare il fatto sono stati i titolari della concessionaria. Va detto che, dopo la scoperta degli ammanchi, la giunta comunale di Tortoreto ha istituito due commissioni: una d’inchiesta e una contabile con un certosino esame di atti contabili e documenti. Lo stesso Comune, che nel processo a Saccuti si è costituito parte civile, ha dato mandato legale per recuperare le somme sottratte. Ma l’inchiesta del pm Mancini è ancora lontana dalla parola fine. Altro potrebbe arrivare dall’interrogatorio di garanzia dell’ex dirigente che potrà dare la sua versione o avvalersi della facoltà di non rispondere.

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