Salvataggio della Giplast L’azienda al fondo Vertis

La fabbrica di Colleranesco sarà affittata alla società finanziaria già socia   del gruppo Marozzi. La produzione andrà avanti regolarmente

GIULIANOVA. Entro maggio la Giplast passerà di mano. Si perfezionerà il passaggio alla nuova proprietà che gestirà la fabbrica di Colleranesco con un affitto di ramo d’azienda. L’operazione rientra nella strategia che ha indotto Giuseppe Marozzi, presidente e amministratore delegato della Giplast a presentare in tribunale una domanda di concordato preventivo in continuità indiretta.
l concordato con continuità aziendale è disciplinato dall’articolo 186 bis della legge fallimentare e trova applicazione allorché il piano concordatario preveda la prosecuzione dell’attività d’impresa da parte del debitore, la cessione dell’azienda in esercizio o il suo conferimento (sempre in esercizio) in una o più società anche di nuova costituzione. E la continuità indiretta consiste in quest’ultima possibilità. Ad affittare e gestire la fabbrica che produce bordi per mobili sarà una società creata dal socio della “vecchia” Giplast, la Vertis sgr, fondo di private equity, entrato nel capitale aziendale nel 2013 con un 11% di quote. Si tratta di un’operazione che va autorizzata dal tribunale. Che peraltro, come per legge, entro 120 giorni dal deposito della domanda dovrà pronunciarsi sull’ammissione al concordato, dando il via alla procedura vera e propria.
Di questo si è discusso ieri mattina fra la proprietà della Giplast e la Filctem Cgil, che ha richiesto un incontro per capire la situazione. Il segretario provinciale della Filctem, Giampiero Dozzi, terrà domani un’assemblea con il personale per relazionare sui contenuti dell’incontro.
Il sindacato ha chiesto chiarezza sui tempi dell’operazione e sulle prospettive occupazionali. C’è un certo calo nelle commesse, ma si deve capire se rientra in un trend fisiologico o meno. La Giplast, che ha accumulato debiti per più di 20 milioni, finora ha esportato più del 40% della propria produzione all’estero, in una cinquantina di Paesi. Con l'acquisizione del 100% del capitale di Flexibord, nel 2013 la Giplast è diventa la prima produttrice nazionale di bordi in plastica, che vengono utilizzati per rifinire i pannelli truciolati. Ma l’avventura con la fabbrica di Luzzara (Reggio Emilia) si è conclusa nel novembre scorso con la chiusura e la messa in mobilità dei 60 dipendenti, che adesso minacciano azioni legali per il pagamento del Tfr e di alcuni incentivi all’esodo.
La storia della Giplast è cominciata nel 1977, quando Marozzi avviò un'attività artigianale specializzata nell'estrusione di profili in Pvc per l'edilizia; l’evoluzione c’è stata nel 1993, con la nascita dell'attuale azienda. (a.f.)
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