Sangue, a Teramo 300 donatori in meno

La crisi ha colpito anche questo settore della solidarietà, la Fidas si appella ai cittadini: domenica prelievi in ospedale

TERAMO. La crisi colpisce anche i volontari del sangue. A Teramo nel corso del 2012 il numero di donazioni complessive rispetto al 2011 ha fatto registrare un calo di 300 unità: 300 persone in meno hanno scelto di donare e 300 sacche di sangue sono venute quindi a mancare al sistema sanitario provinciale. Il calo in termini percentuali si aggira sul 6/7% ma a preoccupare la Fidas di Teramo è il fatto che, da cinquant’anni a questa parte non si era mai verificato un calo delle donazioni ma un incremento costante, anche se a tratti più o meno contenuto. «Non vogliamo lanciare un appello perché significherebbe dire che c’è un’emergenza e, fortunatamente, ancora non siamo a questo punto ma vogliamo spingere le persone a donare per recuperare questo calo». Così il presidente Fidas Teramo Lino Di Patre e il consigliere Vincenzo Rastelli hanno lanciato ieri la sfida ai teramani annunciando la campagna straordinaria di donazioni direttamente dalla nuova sede dell’associazione in via Taraschi, nell’ex Cral Sip che la Fidas ha di recente acquistato dalla Regione. Nelle giornate di domenica 2 e 9 dicembre in collaborazione con il centro trasfusionale del Mazzini l’associazione donatori organizza quindi una raccolta straordinaria, con la possibilità di donare – anche per la prima volta – dalle ore 8 alle ore 12.30 all’ospedale di Teramo (piano terra del secondo lotto). Per poter donare è necessario pesare più di 50 chili, aver compiuto 18 anni, essere in buona salute, non aver assunto medicinali negli ultimi giorni e per le donne essere lontane dal ciclo mestruale. Non è necessario essere a digiuno, l’importante è non aver fatto colazione con latte o altri derivati. «Speriamo in questo modo di favorire i lavoratori e chi magari è impegnato durante la settimana» ha spiegato Di Patre «ma anche magari di attirare nuovi donatori o curiosi. Dobbiamo ringraziare per la disponibilità il personale del centro trasfusionale e l’unità di cardiologia guidata da dottor Cosimo Napoletano che consentirà di fare l’elettrocardiogramma a chi dona per la prima volta». Tra le cause del calo di donazioni ci sarebbero secondo la Fidas anche le norme più restrittive adottate da alcune aziende verso i lavoratori donatori, come ad esempio le Poste che non riconoscono come giornata di lavoro quella utilizzata per donare. Ma a scoraggiare molti è anche il problema del parcheggio a pagamento. «Da un anno chiediamo al direttore generale Giustino Varrassi di dedicarci dei posti o fare delle convenzioni per far sì che i donatori non debbano pagare», ha concluso Di Patre, «ma finora non abbiamo avuto risposta e questo sicuramente scoraggia molte persone, è assurdo dover pagare 3 o 4 euro di parcheggiare per fare una donazione volontaria di sangue».

Barbara Gambacorta

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