Scacco alla Rocca, in 13 a giudizio

A settembre il processo per spaccio ai clan Di Rocco e Di Giorgio

GIULIANOVA. A giudizio per "Scacco alla Rocca". Ieri il gup Guendalina Buccella ha mandato a processo 13 dei 17 indagati per la maxi operazione che nel luglio dello scorso anno colpì il clan rom dei Di Rocco. Sono tutti accusati di detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti, alcuni con l'aggravante di aver spacciato a minori o utilizzando dei minorenni (in genere figli e nipoti).

Il processo si aprirà il 21 settembre davanti ai giudici del tribunale di Teramo in composizione collegiale. Le 17 richieste di rinvio a giudizio firmate dal pm Laura Colica riguardavano, oltre alle 14 persone arrestate nel luglio del 2009, due rom - Liberato e Mauro Di Rocco di 46 e 42 anni, mariti di due delle donne finite in manette - per i quali all'epoca il gip aveva negato la custodia cautelare e una donna non rom, Paola Napoli di 55 anni. Per Liberato e Marco il gup ha disposto il non luogo a procedere. Non luogo a procedere anche per Marco Lo Schiavo, 35 anni, mentre sono stati rinviati al pm gli atti relativi ad Adelina Di Rocco dopo delle eccezioni sollevate dalla difesa. Il pm dovrà formulare un nuovo capo d'imputazione.

Gli imputati sono riconducibili a tre clan di zingari giuliesi. Tra i Di Rocco ci sono Daniel, 20; Ottavio, 24; Ersilia, 32; Monica, 34; Loreta, 27; Maurizio, 47; Marco, 25. Nel clan Di Giorgio furono arrestati Mirella, 34 anni e Giulietta Spinelli, 42. Tra i Di Rocco dell'Annunziata vanno a processo il capoclan Achille, 54 anni, e due Giuseppine Di Rocco, una di 35 e una di 25 anni. I capi d'imputazione contestati dal pm sono 41. Sono aumentati rispetto a quelli dell'ordinanza di custodia perché durante le perquisizioni seguite agli arresti è spuntata fuori altra droga e perché ci sono state delle confessioni. Alcuni, sempre secondo l'accusa, avrebbero fatto parecchie ammissioni da cui emergerebbe che i clan avevano messo su nelle proprie abitazioni avvalendosi anche dei figli minorenni. Nell'ultimo anno tutti i ricorsi proposti dagli indagati al tribunale del riesame sono stati respinti. Nel corso dei mesi le ordinanze di custodia in carcere si sono tramutate per tutti (tranne una madre di quattro figli) in divieti di dimora a Giulianova o nella provincia teramana. Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Vincenzo Di Nanna, Paola Pedicone e Piergiuseppe Sgura. L'operazione dei carabinieri della compagnia di Giulianova, diretti dal capitano Luigi Dellegrazie scattò al termine di una lunga e complessa attività d'indagine nata nel quartiere La Rocca, il cuore del centro storico di Giulianova, e portava avanti anche con la collaborazione di alcuni cittadini che si erano rivolti ai carabinieri per denunciare. (d.p.)

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