Scontri tra gli ultrà di Teramo e Rimini 

Si affrontano davanti al bar Acquamarina armati di cinte e aste e lanciando sedie: la polizia li blocca, in arrivo 40 denunce

TERAMO. C’era un conto aperto, tra gli ultrà di Teramo e Rimini. E hanno provato a regolarlo ieri pomeriggio, poco prima della partita di campionato vinta dal Diavolo per 1-0. Lo scontro è avvenuto poco dopo le 18 davanti al bar ristorante Acquamarina di San Nicolò. Alcune decine di tifosi delle opposte fazioni si sono affrontati a colpi di cinte, aste di bandiera, catene e sedie prelevate dai vicini locali. Tanta paura per chi, estraneo allo scontro, si trovava sul posto (alcuni negozianti hanno abbassato le serrande) o vi transitava. L'intervento degli agenti del reparto mobile della polizia, arrivati in pochi minuti dal vicino stadio Bonolis dov’erano dislocati proprio per prevenire incidenti, e di uomini della Digos teramana, ha permesso di bloccare una quarantina di facinorosi di entrambe le fazioni (trenta riminesi e una decina di teramani) per l'identificazione e la probabile denuncia. Nel tafferuglio sono stati danneggiati i furgoni dei riminesi e si sarebbe registrata una decina di feriti lievi, nessuno dei quali ha però voluto fare ricorso alle cure del pronto soccorso. Ufficialmente, dunque, i feriti sono zero.
C’è un particolare importante da sottolineare: i riminesi coinvolti negli incidenti – che erano circa un terzo degli 81 tifosi romagnoli che avevano acquistato il biglietto per la partita – non hanno seguito, con i furgoni sui quali viaggiavano, il percorso indicato dalla questura per raggiungere lo stadio Bonolis. Insomma, non dovevano trovarsi davanti all’Acquamarina. Per questo, ma anche per il fatto che gli ultrà teramani li hanno “beccati” quando alla partita mancava meno di mezz’ora, lo scontro di ieri pomeriggio ha tutta l’aria di non essere stato casuale. Il Gos, l'osservatorio sulle manifestazioni sportive, aveva classificato l'incontro tra Teramo e Rimini a rischio per via degli annosi precedenti tra le tifoserie, i cui rapporti si sono guastati irrimediabilmente tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila. L’ultimo episodio è fresco: risale al novembre del 2015, quando 19 ultrà teramani privi della tessera del tifoso, e quindi impossibilitati ad accedere allo stadio Neri, andarono comunque a Rimini, dove giocava il Teramo. Nei paraggi dello stadio le loro auto, ferme a un semaforo, vennero attaccate da decine di ultrà riminesi. Ne venne fuori una rissa condita da lancio di oggetti e devastazione degli arredi urbani. All’arrivo della polizia i riminesi scapparono, mentre tre dei 19 teramani vennero arrestati e 17 ricevettero il Daspo (il divieto di assistere a manifestazioni sportive) tra i tre e i cinque anni. Lo scontro di ieri ha tutta l’aria di essere la “partita di ritorno”, pianificata dalle opposte fazioni, di quell’episodio di tre anni e mezzo fa. (d.v.-a.m.)
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