Senologia, nuova tecnica operatoria 

Fra i primi in Italia ad applicare sopra al muscolo protesi con matrice bovina. Mazzini capofila di uno studio internazionale

TERAMO. Cancro al seno: fra i primi ad adottare una nuova tecnica che abbina contestualmente mastectomia e ricostruzione con protesi sopra il muscolo.
Il punto sulla nuova tecnica è stato fatto al un convegno nazionale di senologia e chirurgia oncoplastica a Bergamo. E qui è risultato che il Mazzini è al pari dei grandi centri in Italia, anzi li ha anticipati visto che, ad esempio, l’Istituto tumori di Milano e l’Istituto oncologico europeo non la applicano ancora.
Parte basilare della nuova tecnica è una matrice dermica bovina, facilmente assorbibile dall’organismo, che avvolge la protesi che si mette non più sotto, ma sopra il muscolo. La senologia teramana, diretta da Maurizio Brucchi – che fino a fine mese è anche primario facente funzione della chirurgia generale, in attesa dell’arrivo di Ettore Colangelo, previsto per il 2 gennaio – in realtà già dal 2011 applica una tecnica antesignana, sempre con la matrice dermica, di quella che ora è considerata il “gold standard” delle ricostruzioni.
«Ovviamente», spiega Brucchi, « la tecnica ormai consolidata della protesi sottomuscolare resta assolutamente valida ma la nuova tecnica con matrice dermica rappresenta, con le giuste indicazioni, una nuova frontiera della ricostruzione mammaria dopo la mastectomia. Il convegno è stata anche l’occasione di confronto tra i tanti colleghi presenti provenienti da tutte le senologie italiane. La Asl di Teramo e l’unità operativa semplice di senologia hanno potuto ben figurare in quanto la nuova tecnica viene utilizzata già da alcuni anni. Infatti, dopo una decennale esperienza di ricostruzione della mammella con l’utilizzo delle matrici dermiche (circa 120 interventi con questa tecnica), sono stati eseguiti 20 interventi di ricostruzione dopo mastectomia con protesi sovra-muscolare con risultati più che soddisfacenti».
Gli aspetti positivi della nuova tecnica sono molteplici: innanzitutto non si taglia il muscolo e si preserva la cute, l’areola ed il capezzolo. Il recupero della paziente è più veloce, senza contare il non trascurabile ottimo risvolto estetico.
Imprescindibile – e lo stabiliscono anche le linee guida della Regione – la figura del chirurgo plastico che ricostruisce dopo che il chirurgo ha demolito. E infatti nella senologia teramana, accanto a Brucchi e a Antonella Sozio, opera il chirurgo plastico Guido Torresini. «Questa nuova tecnica, che dà risultati ottimi», spiega Torresini, «muove in questo periodo i primi passi: finora sono stati fatti 5mila interventi del genere al mondo. E quindi non c’è un “follow up” a distanza, si deve cioè stabilire se, nel tempo, i risultati sono paragonabili a quelli della tecnica tradizionale. Per questo noi stiamo organizzando uno studio internazionale per mettere a confronto i due sistemi. La Asl di Teramo sarà capofila e verranno coinvolti centri in tutto il mondo. Adesso, ad esempio, stiamo cercando di coinvolgere il centro oncologico di San Paolo, in Brasile. Il progetto è in itinere, dobbiamo avere la valutazione della commissione etica».
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