"Sequestra" la figlia piccola, assolta a Teramo

L’appello ribalta la sentenza di condanna di primo grado

TERAMO. In primo grado era stata condannata a nove mesi per aver sottratto la figlia, all’epoca di tre anni, al marito da cui si stava separando. Nei giorni scorsi la donna (di cui non scriviamo il nome per tutelare la minore) è stata assolta dalla corte d’appello perchè il fatto non costituisce reato.

La sentenza di primo grado era stata emessa nel novembre del 2010 dal giudice Massimo Biscardi che aveva condannato la donna teramana sia per sottrazione di minore e sia per inosservanza ai provvedimenti del giudice. La donna era stata denunciata dal marito dopo che, secondo l’accusa, si sarebbe allontanata con la figlia per più di un mese lasciando il paese di origine della piccola.

Secondo l’accusa la donna, all’epoca dei fatti, avrebbe violato il provvedimento del giudice (davanti al quale sempre all’epoca dei fatti era in corso la separazione tra i due coniugi) che stabiliva che la piccola doveva vivere nel paese in cui era nata. Sempre secondo l’accusa, invece, la donna avrebbe raggiunto una località distante circa 600 chilometri da Teramo portando con sè anche la bambina. Immediatamente era scattata la denuncia del padre della piccola. Così la donna era finita davanti al giudice con l’accusa di sottrazione di minore, reato per cui, al termine dell’istruttoria, era stata condannata a nove mesi. Ma qualche giorno fa la mamma, assistita dal suo legale Flavia Mariani), è stata assolta dai giudici d’appello con la fomula più ampia: il fatto non costituisce reato.

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