Sequestrate due auto in 7 giorni

Giulianova, la moglie di un capoclan in carcere bloccata senza patente.

GIULIANOVA. Due Mercedes sequestrate ai rom in una settimana. La vigilanza dei carabinieri di Giulianova continua a dare risultati. Mercoledì, durante un pattugliamento nel quartiere Annunziata, i militari hanno fermato T.D.M., moglie di D.D.R., un rom in carcere. La donna, alla guida dell’auto di grossa cilindrata, è risultata senza patente in quanto sospesa dall’autorità giudiziaria. Già qualche settimana fa T.D.M. era stata sorpresa al volante di una Mercedes classe A sempre con il permesso di guida non in regola. L’autovettura, così come l’auto precedente, è stata posta sotto sequestro ed affidata ad una autofficina convenzionata. T.D.M., dunque, suo malgrado per l’ennesima volta è tornata a casa a piedi dopo essere stata bloccata dai carabinieri. L’attività di contrasto della criminalità è portata avanti con successo anche dal nucleo operativo radiomobile dei carabinieri di Giulianova.

Giovedì è stata inoltrata la denuncia alla Procura della Repubblica di Teramo riguardante quanto accaduto nei locali del bar Antigua del Lido nella notte tra venerdì e sabato, quando un gruppo di rom ha molestato alcuni clienti presenti nel locale. Il nucleo operativo, dopo la segnalazione effettuata da uno dei titolari del bar, tra l’altro ex carabiniere, presente al momento dei fatti, ha provveduto a rimettere un rapporto all’autorità giudiziaria raccontando fatti e circostanze della “notte brava” consumata dai sei rom e da un albanese loro amico. Il gruppo è stato denunciato in blocco in quanto, si legge nel rapporto inviato alla procura, «infastidiva gli avventori, ingaggiava una sorta di competizione a braccio di ferro procurando chiasso e frastuono oltre il lecito». Di per sè, secondo gli inquirenti, il reato non è rilevante, ma assumerebbe una particolare valenza in un momento particolare come quello attuale, dopo l’omicidio Fadani.

Reati di questo genere potrebbero infatti far scattare eventuali misure di prevenzione personale e patrimoniale che vanno ad incidere sulla libertà di movimento delle persone coinvolte. Un cumulo di denunce, dunque, che potrebbe portare alla sorveglianza speciale e poi a quella più pesante dell’obbligo di dimora.