Sgomberi bloccati fino a dicembre 

Il Comune prolunga la sospensione dell’housing sociale e cerca soluzioni alternative per riqualificare le palazzine popolari

TERAMO. Gli inquilini delle palazzine popolari di via Longo non ancora sgomberate possono stare tranquilli almeno fino a dicembre. Il Comune, infatti, prolungherà il blocco delle evacuazioni disposto dal commissario Luigi Pizzi poco prima della scadenza del suo mandato. Lo svuotamento dei sei immobili alle porte del centro storico occupati da 96 famiglie era stato avviato dalla precedente amministrazione per dare attuazione al progetto di housing sociale che prevede abbattimento e ricostruzione del complesso edilizio. L’obiettivo era di riqualificare l’area, ma la procedura partita nel 2012 è andata avanti molto a rilento e tra accese polemiche. Tra i contrari all’iniziativa c’era l’allora consigliere di opposizione e oggi sindaco Gianguido D’Alberto che dunque mira a una revisione radicale dell’intervento.
«La sospensione degli sgomberi delle ultime palazzine ancora occupate scade il 30 settembre secondo quanto indicato dal commissario», annuncia il sindaco, «ma la prolungheremo con un atto di giunta per evitare che intanto gli inquilini continuino a vivere nell’incertezza di quello che potrebbe capitargli nel giro di pochi giorni». Il progetto di housing sociale doveva entrare nella fase attuativa con la pubblicazione del bando di gara per la scelta della società esecutrice in scadenza a fine marzo. Il termine è ampiamente passato, ma la procedura non ha fatto alcun passo in avanti. «Per il momento il progetto resta appeso», evidenzia il sindaco, «ma i mesi di prolungamento della sospensione non passeranno invano». D’Alberto, che ricorda di aver denunciato quand’era all’opposizione pesanti anomalie e illegittimità procedurali sulla questione, a breve verificherà i contatti intercorsi tra il Comune e la Sgr “Investire immobiliare”, proponente del progetto di housing sociale, nel periodo di gestione commissariale dell’ente. Chiarita la situazione, anche con il coinvolgimento diretto dell’assessore alle politiche della casa Valdo Di Bonaventura, l’amministrazione valuterà soluzioni alternative a quella prospettata finora. «L’obiettivo resterà di preservare la destinazione degli immobili all’edilizia residenziale pubblica», conferma D’Alberto, «cosa che non si sarebbe ottenuta con la formula ambigua dell’housing sociale». Solo 15 dei 96 appartamenti ricostruiti, infatti, sarebbero stati messi a disposizione di famiglie disagiate. Nel frattempo il Comune riaprirà le graduatorie per l’emergenza abitativa. «Le assegnazioni sono ferme da sei anni perché bisognava sistemare gli inquilini di via Longo», conclude il sindaco, «ma questo ha creato tanta sofferenza».
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