Si barrica in Comune per una casa

In piazza Martiri il dramma di una sfrattata bloccata dalla polizia

TERAMO. Si barrica all'interno dell'ufficio Urbanistica del Comune in piazza Martiri della Libertà e minaccia di procurarsi delle ferite, con delle forbicine portate nella borsa, perché non ha una casa dove dormire. Protagonista della protesta è una donna cinquantenne di origine albanese che, ieri mattina, ha costretto il personale degli uffici a richiedere l'intervento della polizia. La disperazione per una casa che ancora non arriva e, come conseguenza estrema, una drammatica protesta che ha portato una donna albanese di 50 anni a barricarsi negli uffici del settore urbanistico dell'amministrazione comunale.  La donna è entrata intorno alle 13 nell'edificio di piazza Martiri in cui ci sono alcuni settori dell'amministrazione e, all'ennesima risposta negativa riguardante la sua richiesta di ricevere un'alloggio nelle case popolari, ha cominciato ad urlare minacciando di farsi del male con delle forbici da manicure che portava nella sua borsetta. Il suo atteggiamento, pericoloso per sè e per gli altri, ha costretto i dipendenti dell'ufficio urbanistico a richiedere l'intervento della polizia e degli uomini del 118 per far tornare la situazione alla normalità.  La signora non è nuova a comportamenti del genere ed era già conosciuta dagli impiegati a dalle forze dell'ordine che in passato avevano avuto a che fare con lei. Questa, infatti, è la terza volta che mette in atto una protesta del genere. La prima volta, addirittura, avrebbe minacciato un impiegata con un coltello e, successivamente, avrebbe rivolto l'arma contro di sè minacciando il suicidio. Anche in quel caso l'intervento delle forze dell'ordine contribuì a riportare la situazione alla normalità.  Ma, evidentemente, la disperazione per la mancanza di un tetto sotto cui dormire era così forte da spingerla a protestare di nuovo. L'arrivo della polizia ha, comunque, contribuito a stemperare gli animi e gli uomini del 118 hanno prestato soccorso alla donna che sembrava in stato confusionale. (p.c.)

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