Si dimettono i tre sindaci della Banca di Teramo

L’addio, inusuale sia nei tempi che nei modi, ha fatto scalpore in città Il presidente del Cda: è un normale avvicendamento, l’istituto è ben solido

TERAMO. E’ mistero sulle dimissioni in blocco rassegnate a fine luglio dall’intero collegio sindacale della Banca di Teramo. Un fulmine a ciel sereno di cui non si conoscono per il momento le ragioni e di cui si è appreso solo attraverso la convocazione dell’assemblea dei soci da parte del presidente del Cda Cristiano Artoni, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale. Da qui la necessità di provvedere alla ricostituzione dell’organo e l’individuazione di un nuovo presidente così come figura nell’oggetto della convocazione dei soci chiamati a deliberare il 26 settembre nella sala polifunzionale dell’istituto di credito a Sant'Atto (seconda convocazione fissata all’11ottobre).

Le ragioni della convocazione improvvisa, datata 8 agosto, risiedono appunto nelle dimissioni in blocco – alla banca fanno notare che sono avvenute in momenti diversi nell’arco di un mese e più – dei sindaci effettivi Antonio Bucciarelli (presidente), Elio Ciaffi e Alberto Davide (attualmente i supplenti in carica sono Giuseppe Di Blasio e Paolo Lattanzi). Un fatto che desta perplessità negli ambienti economici teramani da cui trapela qualche preoccupazione anche in virtù del fatto che le dimissioni sono, inusualmente, successive all’approvazione del bilancio 2013 e a metà dell’anno. Il sospetto è che la decisione dei tre membri sia in qualche modo collegata alle recenti ispezioni della Banca d’Italia o ancora che ci possano essere in ballo operazioni straordinarie che il collegio sindacale non avrebbe voluto avallare. Oltre all’ipotesi di divergenze sui metodi di gestione del credito, c’è chi parla di naturale rinnovamento che fa seguito alla nuova direzione affidata da febbraio a Fernando De Flaviis, l'uomo di finanza che da oltre un anno e mezzo gestisce il "riposizionamento" della banca di credito cooperativo del capoluogo.

Sentito telefonicamente, Alberto Davide si è limitato ad attribuire a «ragioni tecniche» la scelta delle dimissioni adducendo anche la volontà di rimettere il mandato nelle mani del Cda in una fase di rinnovamento che ha visto di recente l’ingresso di nuovi soci nel Cda e di una nuova direzione benvista dai vertici della Banca d’Italia. De Flaviis infatti è figura di garanzia: in passato ha già ricoperto il ruolo di commissario per alcune cooperative e del Banco Emiliano-Romagnolo.

Motivazioni di rinnovamento e di «spazio ai giovani» ha addotto anche Ciaffi, tra i soci fondatori della banca. Assoluto riserbo è stato mantenuto dai membri del Cda. E Artoni ha buttato acqua sul fuoco. «Non c’è ragione alcuna di paventare allarmismi», ha dichiarato «si tratta di normali decisioni che vengono assunte nell’ambito di un riposizionamento industriale dell’istituto. E’ un normale avvicendamento che avviene nella fase di cambiamento di una società peraltro condiviso con la vigilanza di Banca d’Italia. Ai tre sindaci dimissionari va l’assoluta stima dell’istituto e il mio grande apprezzamento professionale e morale. La banca non ha alcun tipo di problema e le sue performance sono eccellenti, l’ultimo semestre è stato il migliore nella storia della banca». Il nuovo organismo resterà in carica fino all’approvazione del bilancio d’esercizio 2015.

Marianna De Troia

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