Silvi, il sindaco contro le case del sesso

«Cambieremo la destinazione d’uso e sequestreremo gli immobili».

PESCARA. Prostituirsi in casa non è più consentito a Silvi Marina. Lo prevede un articolo inserito qualche giorno fa tra le Norme tecniche di attuazione del Piano regolatore generale. In base a questo articolo, le prestazioni sessuali a pagamento effettuate all’interno di appartamenti comportano il cambio di destinazione d’uso degli immobili, con tutte le conseguenze che ne conseguono. A promuovere questa novità, che è unica nel suo genere in Italia, è stato il sindaco di Silvi, Gaetano Vallescura, che da tempo cerca strade nuove per liberare la sua città dalla prostituzione.

Soprattutto per tranquillizzare le famiglie, che non ne possono più della difficile convivenza con questo fenomeno, sempre più diffuso da dieci anni a questa parte. Per Vallescura la questione della prostituzione ha assunto i contorni di una crociata e non ha alcuna intenzione di arrendersi. Ecco perché dopo aver firmato un’ordinanza che prevede multe salate (500 euro) a lucciole e clienti, e dopo aver promosso un corteo per le strade della città ha escogitato una battaglia sul fronte urbanistico. «Il 4 marzo, spiega il sindaco, il consiglio comunale ha dato il via libera a questa novità.

L’iter è stato piuttosto lungo, ma il 19, dopo la pubblicazione sul Bura, la norma anti-prostituzione entrerà in vigore». Per l’esattezza l’articolo 18 bis stabilisce che un immobile residenziale «è quello avente tipologia edilizia idonea ad ospitare una o più persone e/o famiglie a fini abitativi, di qualsiasi tipo e natura». Poi chiarisce che si verifica cambio di destinazione d’uso di un immobile residenziale situato nel centro urbano, «quando l’appartamento non viene utilizzato per fini e/o funzioni di residenza abitativa e quindi per civile abitazione ma per attività diversa e atipica, che comporta un maggior carico urbanistico.

Si verifica tale situazione, dice ancora l’articolo, quando uno o più soggetti che occupano a qualsiasi titolo l’unità abitativa ricevono la visita, di giorno e di notte, e a turno, di un numero indeterminato di persone. Esempio tipico è quello della persona che fornisce una prestazione sessuale dietro riscossione di un compenso. In tal caso si rientra nel novero della destinazione d’uso diversa da quella residenziale». In parole povere, dice il sindaco, «le abitazioni sono fatte per accogliere le famiglie e non per essere usate in modo atipico dalle prostitute.

Perché dobbiamo subire le case chiuse, che sono vietate?» si chiede. «Non siamo disposti a tollerare che a Silvi si crei un vero e proprio quartiere a luci rosse, il Piomba, non vogliamo che gli alloggi si deprezzino ulteriormente né che proliferi la criminalità. Ho voluto raccogliere il grido di allarme dei cittadini che non ce la fanno più e mi sono mosso promuovendo una norma particolare e originale». Una volta fatta la disposizione Valluscura è pronto a farla rispettare e annuncia che per individuare gli alloggi fuorilegge userà ogni mezzo, con l’obiettivo di colpire e punire non solo le prostitute ma anche i proprietari delle case e le agenzie immobiliari, facendo sequestrare gli appartamenti ai fini della confisca.

I primi complimenti per questo provvedimento sono arrivati dal coordinatore regionale di An, Fabrizio Di Stefano, il quale ha colto l’occasione per lanciare la ricandidatura a sindaco di Vallescura. D’Altronde, ha detto, «sindaco vincente non si cambia, per cui si può cominciare subito la campagna elettorale e nella prossima consiliatura mi auguro che il Comune si attivi per offrire un’ancora di salvezza alle ragazze che si prostituiscono contro la propria volontà e non riescono ad uscire dal giro».