Spaccia per fresco pesce congelato: multa al ristorante

Controlli della guardia costiera anche su negozi e barche Sanzioni per 20mila euro e 250 chili di prodotto sequestrato

GIULIANOVA. Pesce congelato spacciato per fresco, la guardia costiera multa un ristorante di Giulianova: è stata chiamata "Audax", l'operazione condotta dall'ufficio circondariale marittimo su tutta la costa teramana, e che ha portato gli uomini guidati dal tenente di vascello Sandro Pezzuto ad effettuare 28 controlli e a fare sanzioni per un totale di 20mila euro.

I militari hanno anche multato 4 pescherecci, uno di Giulianova e tre di Roseto, per pesca abusiva e possesso di attrezzatura non conforme. Gli uomini coordinati da Pezzuto, coadiuvati dal personale degli uffici marittimi di Martinsicuro, Tortoreto, Roseto e Silvi, hanno svolto l'operazione la scorsa settimana ed hanno effettuato i controlli con lo scopo di monitorare la filiera della pesca. Particolare attenzione è stata riservata ai ristoranti e alle rivendite di pesce: assieme al personale della Asl, la guardia costiera ha passato al setaccio l'organizzazione igienico-sanitaria di alcuni ristoranti. In un locale giuliese la Capitaneria ha riscontrato come il pesce venduto fosse spacciato per fresco, nonostante fosse congelato, sprovvisto della documentazione sulla sua provenienza, e spacciato per prodotto del Mediterraneo, benchè avesse un'altra provenienza. I militari hanno inoltre verificato il rispetto delle normative in materia di cattura, commercializzazione, somministrazione e detenzione dei prodotti della pesca, sequestrando 250 chili di pescato. Nei controlli, preceduti da una lunga raccolta di informazioni, gli uomini di Pezzuto si sono concentrati sul contrasto della pesca abusiva: sono stati monitorati alcuni motopescherecci per verificare l'idoneità delle reti e attrezzi, delle zone di pesca e della composizione degli equipaggi, inoltre sono stati sequestrati 4 rastrelli usati dalle vongolare. «Gli sforzi tendono sì a verificare i livelli di legalità in funzione deterrente per garantire la sicurezza del cittadino ed il diritto alla trasparenza ma, soprattutto», afferma Pezzuto, «è necessario che siano intesi come un incentivo all’affermazione di una coscienza più sensibile ad uno sfruttamento delle risorse ittiche da esercitarsi con la dovuta consapevolezza ambientale e al diffondersi di una cultura più rispettosa dei diritti del consumatore».

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