Spese folli, la Provincia sotto torchio sulla Rai

Il presidente Catarra protagonista ieri pomeriggio a “L’Arena”: Giletti lo incalza sul progetto da 575mila euro dell’idrovolante e sugli stipendi d’oro dei dirigenti

TERAMO. Sperpero di denaro pubblico e spese folli, la Provincia di Teramo finisce in diretta sulla prima rete Rai e diventa un caso nazionale di “malapolitica”. A passare al setaccio gli sprechi dell’ente è il rotocalco domenicale “L’Arena” condotto da Massimo Giletti che, ieri pomeriggio, per più di mezz’ora ha messo sotto torchio il presidente di via Milli Valter Catarra. Tutto parte dal contestatissimo progetto, mai “decollato” viene da dire, dell’idrovolante che avrebbe dovuto collegare Giulianova alle coste della Croazia per incentivare nuove forme di turismo sostenibile.

Costato 575mila euro e finanziato dall’Europa, dopo appena tre voli test (il primo a luglio di un anno fa) l’idrovolante è rimasto a terra. Parte il primo servizio e l’inviato Roberto Campagna fa visita al pontile galleggiante da 96mila euro costruito a Giulianova e abbandonato a se stesso. Con lui c’è il giornalista teramano Fabio Capolla che elenca appalti e soldi buttati via. Si va dai 179mila euro per i voli test attraverso una ditta svedese ai quasi 60mila per il software per le prenotazioni dei 9 posti a disposizione. Servizio quest’ultimo – è la testimonianza di un dipendente della Provincia che resta nell’anonimato – affidato all’esterno «senza passare per una ricognizione delle risorse interne». La difesa d’ufficio tocca prima al dirigente Leo Di Liberatore e poi, in diretta, a Catarra. «Capofila del progetto era l’Ente Porto, noi siamo subentrati dopo», spiega incalzato da Giletti, «in ogni caso il programma europeo chiedeva uno studio di fattibilità sulla mobilità sostenibile tra le due sponde dell’Adriatico e i voli test. Noi l’abbiamo fatto, bisognerebbe discutere su come funzionano i fondi europei». Replica che convince poco lo studio, ma a questo punto siamo già ad un altro scandalo: l’in house Teramo Lavoro e le inchieste giudiziarie in corso sull’uso del Fondo sociale europeo. «Catarra ci dica dei 3,5 milioni della Teramo Lavoro gettati via», accende i toni tra il pubblico il musicista Enrico Melozzi, stavolta nelle vesti di blogger de Il Fatto Teramano. Nemmeno il tempo della risposta e parte l’altro servizio sul maxistipendio da 210mila euro del segretario generale Gianna Becci che, in via Milli, ricopre anche l’incarico di direttore generale. «Si rende conto che prende quanto il presidente della Repubblica» prova a chiederle l’inviato. «I dirigenti rischiano con il loro patrimonio e lavorano fino a 14 ore», è la risposta, «il mio Cud nel 2013 è stato di 168mila euro. Comunque farei questo lavoro anche a meno».

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