Sprechi sui farmaci anti-tumore inchiesta della Corte dei Conti

La Finanza torna alla Asl dopo l’esposto presentato dal tribunale del malato: spesi 220mila euro per realizzare all’ospedale di Teramo un laboratorio chiuso dopo appena un anno e mai riaperto

TERAMO. La Finanza torna negli uffici della Asl. Questa volta le indagini riguardano la famigerata Ufa, l’unità per i farmaci antiblastici. Gli agenti delle Fiamme gialle si sono mossi su delega della Corte dei conti, chiamata in causa da un esposto del tribunale per i diritti del malato a dicembre del 2010. Un esposto che sostanzialmente segnala uno spreco di oltre 220mila euro per la struttura che dal lontano 2008 giace inutilizzata all’ospedale di Teramo.

La Finanza ha acquisito tutta la documentazione relativa all’appalto, ai successivi lavori e collaudi. E dopo qualche giorno si è svolto un sopralluoghi di alcuni tecnici, richiesto dalla Asl, nel laboratorio inaugurato nel 2007 nel corridoio del reparto di oncologia.

La storia dell’Ufa ha diverse sfaccettature. Il laboratorio per creare farmaci chemioterapici appunto perchè si manipola materiale radioattivo è molto pericoloso. Proprio per questo deve essere una “camera bianca” a pressione negativa, cioè più bassa dell’ambiente esterno, in modo che tutte le sostanze nell’aria non vadano in circolo fuori e intossichino chi si trova a passare. Quella di Teramo però questo requisito non lo assicurava appieno, soprattutto - sembra una battuta ma non lo è - nelle giornate di vento. Eppure secondo le certificazioni era a norma. Si tentarono degli interventi tampone, ma alla fine nel 2008 il laboratorio costato più di 220mila euro - contiene infatti macchinari sofisticati, dalle cappe di aspirazione alle docce lavaocchi in caso di contaminazione, al meccanismo per la pressione negativa - venne chiuso e non se ne seppe più nulla. La Asl decise che i farmaci antiblastici li avrebbe prodotti l’Ufa di Giulianova, che aveva aperto poco prima di quella di Teramo.

E cominciò la seconda fase di sprechi. Per fare le chemioterapie al mattino, i farmaci con i dosaggi personalizzati vengono “ordinati” il giorno prima perchè la lontanza dell’ospedale di Giulianova dal Mazzini non consente una preparazione contestuale. Ma questo implica che se rispetto al giorno prima il paziente non si sente bene e non si presenta, o quando arriva in ospedale non è in condizioni di sottoporsi a chemio - e succede abbastanza spesso, trattandosi di malati di tumore - il costoso farmaco va buttato. Non si può “riciclare” a un altro paziente: i dosaggi dipendono dalla situazione clinica di ognuno.

Da qui la decisione del Tdm di presentare un esposto alla Corte dei Conti per denunciare lo spreco di fondi pubblici per una struttura che non funziona a dovere ma anche il perdurare di una situazione che prevede uno spreco “derivato” per i farmaci, contando anche che all’epoca dell’esposto l’80% delle chemioterapie si eseguiva all’ospedale di Teramo.

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