Sul peschereccio sequestrato in Gambia c’è anche un nostromo di Torano

Mora è a bordo, guardato a vista da guardie del Gambia, mentre gli ufficiali De Simone e Liberati da lunedì sono in carcere. L’accusa: una rete più stretta di 4 millimetri. Si muove la Farnesina

MARTINSICURO. Sono tre gli italiani a bordo del motopesca oceanico Idra Q. della Italfish di Martinsicuro, posto sotto sequestro dalle autorità marittime del Gambia. Oltre al comandante Sandro De Simone di Silvi e al primo ufficiale Massimo Liberati di San Benedetto del Tronto a bordo del motopesca si trova il 60enne Vincenzino Mora, nativo di Torano Nuovo ma da diversi anni residente a Martinsicuro in via Roma, che svolge le mansioni di nostromo. Mentre il comandante e il primo ufficiale sono detenuti, il nostromo – che è separato e ha un figlio – si trova sull’imbarcazione ormeggiata nel porto della capitale Banjul senza poter scendere dalla nave. L’equipaggio è sorvegliato a vista da guardie armate.

Intanto la diplomazia è all’opera per risolvere la questione nel più breve tempo possibile. Gli armatori dell’Italfish di Martinsicuro, Santino Crescenzi e il figlio Federico, hanno raggiunto l’Africa per risolvere la situazione. Uno è volato a Dakar, capitale del Senegal dove ha sede l’ambasciata italiana che si occupa anche del Gambia, ed è in stretto contatto con l’ambasciatore Arturo Luzzi. L’altro è approdato in Gambia per seguire da vicino la situazione insieme a Daylan Daryanani che è responsabile dell’agenzia consolare in Gambia. Secondo le autorità della nazione africana il peschereccio sarebbe stato artefice di una presunta violazione nella dimensione delle maglie di una rete che, al momento dell’ispezione dei militari del Gambia a bordo, non veniva utilizzata ma era sul ponte. Da una misurazione effettuata con un righello le maglie sarebbero risultate di 68 millimetri invece dei 72 previsti.

leggi anche: Peschereccio bloccato in Gambia Arrestato il capitano di Silvi La nave è della società Italfish di Martinsicuro: sequestrata dalle autorità per la misura delle reti. Dopo dieci giorni di fermo e un processo sommario in carcere anche il macchinista. La figlia del marittimo abruzzese: «Lo abbiamo sentito e ci ha detto che sta bene, speriamo che finisca presto»

L’Idra Q. è un peschereccio oceanico con una stazza di 351 tonnellate ed è lungo 196 metri. E’ stato costruito nel 1992. La notizia del suo sequestro è stata diffusa con diversi giorni di ritardo, visto che il peschereccio è fermo nel porto africano dalle 16 del 25 febbraio scorso, ma solo lunedì De Simone e Liberati – che prima erano in stato di fermo – sono stati messi agli arresti in carcere dopo una sommaria udienza in un tribunale del Gambia. Da quel momento nessuno ha potuto vederli né sentirli. Il fratello di De Simone, Cesare, ha riferito all’Ansa che Sandro, una quindicina di anni fa, venne sequestrato dai pirati somali per diversi mesi.

Intanto si moltiplicano gli interventi a favore di una rapida soluzione della vicenda, con la Farnesina in prima linea. «Il sottosegretario agli Affari esteri, Benedetto Della Vedova, mi ha rassicurato sul fatto che la Farnesina si sta occupando della situazione attraverso la nostra ambasciata a Dakar, competente territorialmente, che si è subito attivata non appena venuta a conoscenza del caso e che sta prestando la massima assistenza ai connazionali». È quanto dichiara Giulio Sottanelli, deputato teramano di Scelta Civica, sulla vicenda degli italiani trattenuti in Gambia.

«Stamane (ieri, ndc) ho contattato Guido Milana, consulente per la pesca del ministro per le Politiche agricole Martina», spiega l’assessore alle politiche del mare di San Benedetto del Tronto Fabio Urbinati, «il quale mi ha ragguagliato circa le azioni che, in sinergia con il ministero degli Esteri, si stanno conducendo per arrivare quanto prima al dissequestro della nave e comunque al rimpatrio del personale italiano. Milana mi ha assicurato che ci terrà costantemente informati di tutti i passi che saranno compiuti. Siamo fiduciosi in una rapida conclusione di questa storia». Risiede nella cittadina marchigiana il primo ufficiale Massimo Liberati, conosciuto a San Benedetto con il soprannome di Badoglio.

«La nostra amministrazione e l’intera cittadina stanno seguendo con la massima attenzione l’evolversi della situazione e siamo vicini alle famiglie dei marittimi sperando che il tutto si concluda al più presto e questi possano tornare in patria», questo il commento del sindaco di Martinsicuro Paolo Camaioni. Vigile sulla vicenda anche il primo cittadino di Silvi Francesco Comignani, che dà notizia in una nota che il deputato abruzzese di Sel Gianni Melilla ha presentato un’interrogazione parlamentare sul sequestro dell’Idra Q. ai ministri degli Esteri e dell’Agricoltura. (Sandro Di Stanislao)

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