Susanna, da Miss Italia alla super laurea in ingegneria nucleare

La storia di Sussana Ciminà, 24 anni residente a Canzano, scardina lo stereotipo della miss senza cervello: dopo le passerelle dei concorso di bellezza, la ragazza si è laureata al Politecnico di Milano

TERAMO. Il passo da miss a ingegnere a volte può essere davvero breve. E' stato così per Susanna Ciminà, 24 anni, che qualche giorno fa ha tagliato il traguardo della laurea in ingegneria al Politecnico di Milano, passando così nel giro di pochi anni dalle passerelle di Miss Italia all'alloro in una delle università più dure e prestigiose d'Italia. Per lei la seconda laurea - quella magistrale - è arrivata soli quattro anni e mezzo dopo l'inizio del percorso accademico, addirittura prima di quanto stabilisce il cosiddetto sistema del "3+2". E il campo scelto non è nemmeno dei più semplici, visto che Susanna si è laureata con 110 e lode in Scienze energetiche e nucleari.

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Insomma, la sua è una storia che sembra proprio sconfessare il più classico degli stereotipi che vorrebbe miss e modelle senza cervello. «Ho partecipato alle selezioni di miss Italia nel 2005», racconta Susanna, «e ho conquistato la fascia di miss Bioethic alle pre-finali di San Benedetto del Tronto. Ho fatto sfilate come modella per tre o quattro anni e l'ho fatto di testa mia, visto che i miei genitori non erano molto contenti. Anche se per me lo studio è stato sempre una priorità, a volte mi portavo i libri anche alle sfilate e mi sono diplomata con 100 allo scientifico».
Poi è arrivata la scelta di abbandonare le passerelle e dedicarsi totalmente ai libri, una scelta che l'ha portata a partire dalla sua Canzano per trasferirsi a Milano. «All'inizio è stata dura ambientarsi per chi come me viene da una città di 1.600 abitanti», spiega, «ma ho voluto dimostrare che potevo farcela anche da sola».

A Milano Susanna non si è fatta tentare dal richiamo della moda e delle sfilate, nonostante qualche offerta ricevuta, ed è riuscita a laurearsi in anticipo. Questo nonostante il fatto che, al secondo anno, abbia perso anche il papà Domenico. «Dopo la perdita di mio padre non mi sono lasciata abbattere anzi ho studiato ancora di più macinando esami, visto che quando sono partita gli avevo promesso che in cinque anni gli avrei riportato la laurea», racconta, «e così è stato, per questo la laurea la dedico a lui e anche a mia madre Rossana che ha sempre continuato a sostenermi». Ma Susanna non intende fermarsi qui: «Vorrei specializzarmi, magari andando in America visto che il campo dell'energia è in continua evoluzione. Magari un giorno mi piacerebbe tornare e fare qualcosa per il nostro Abruzzo».

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