Tassa di soggiorno, ad Alba il Comune la fa slittare

Il sindaco ora frena: «Bisogna vedere cosa prevede la nuova Finanziaria» Dopo le proteste degli albergatori se ne tornerà a parlare nel 2018

ALBA ADRIATICA. Dopo la fuga in avanti, ora il Comune di Alba Adriatica frena sulla tassa di soggiorno, che rischia di slittare almeno di un anno. «E' necessario che la nuova legge finanziaria nazionale consideri tale opportunità», dice oggi il sindaco Tonia Piccioni, solo pochi giorni dopo aver infuocato l'annoso dibattito sul tema annunciando l'imminente introduzione dell'imposta per i turisti e realizzandone a tempo di record il regolamento propedeutico, pronto a raggiungere il consiglio comunale per la sua approvazione.

Prima di procedere, quindi, l'amministrazione attenderà i dettagli del decreto licenziato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri e nel frattempo incontrerà i sindaci degli altri comuni costieri vicini interessati alla tassa.

La volontà del Comune albense, però, è quella di andare avanti con la tassa di soggiorno, anche perché, dalle prime stime, questa potrebbe portare ben 400mila euro nelle casse comunali ogni anno, manna dal cielo fondamentale per la riqualificazione ambientale ed il rilancio della località, ma anche chiave importantissima per la futura campagna elettorale comunale. Dovesse arrivare nelle prossime settimane il via libera da parte della legge di stabilità nazionale, però, l'introduzione della gabella per i turisti sarebbe a quel punto comunque fuori tempo massimo per essere applicata nella stagione 2017. Le parole del sindaco, quindi, segnano una prima vittoria degli operatori turistici che, tra le forti critiche avanzate nei confronti della tassa di soggiorno, avevano anche lamentato proprio i possibili disagi in caso di introduzione immediata, a causa della promozione per il 2017 che è già in fase avanzata, con la partecipazione alle fiere turistiche, gli accordi firmati con tour operator e gruppi di villeggianti, ma anche con i listini prezzi già pronti. Rimandare tutto al 2018, inoltre, darebbe tempo agli operatori per limare le posizioni contrastanti all'interno della stessa categoria, divisa soprattutto tra chi dice un secco "no" all'imposta, perché la giudica dannosa per un'immagine turistica già condizionata dai problemi ambientali e per un settore già in difficoltà, e chi non chiude la porta a priori ma vuole tempo e una programmazione seria e condivisa. Posizioni, queste, non ancora espresse pubblicamente dalle associazioni di categoria, che aspettano prima l'incontro faccia a faccia con l'amministrazione, rimandato alla prossima settimana dopo l'annullamento della riunione di martedì scorso, saltata ufficialmente per problemi personali di alcuni dei partecipanti.

Luca Tomassoni

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