Teatro romano, i lavori cominciano tra un anno

Giovedì il sindaco Brucchi presenta il cronoprogramma al ministero Entro un mese l’area sarà pulita, poi si dovrà fare lo studio delle pietre

TERAMO. Il recupero del teatro romano ha tempi definiti. Giovedì il sindaco Maurizio Brucchi consegnerà al sottosegretario del ministero ai Beni culturali Roberto Cecchi il cronoprogramma dell'intervento da oltre dieci anni al centro di progetti e polemiche. Nel calendario, che sarà affidato al ministero durante un incontro al quale parteciperà anche il presidente di Teramo Nostra Piero Chiarini, l'avvio dei lavori per il pieno riutilizzo del teatro è fissato tra agosto e settembre dell'anno prossimo.

Entrerà così nella fase attuativa l'intervento che prevede l'abbattimento della parte ancora in piedi di palazzo Adamoli e di casa Salvoni per riportare alla luce la cavea e trasformarla in uno spazio da circa 300 posti per spettacoli e inziative culturali. E' quanto prevede il progetto preliminare approvato nei giorni scorsi dalla giunta sulla base dello studio preliminare firmato da Giovanni Carbonara e avallato circa un anno fa dal consiglio comunale. Nel frattempo, però, saranno completati tutti gli altri passaggi necessari all'avvio del recupero. A partire dal completamento dell'opera ancora in corso di ripulitura e sistemazione dell'area che ospita il teatro. «Entro un mese l'intervento sarà completato», sottolinea Brucchi, «e così quello spazio tornerà a disposizione dei visitatori rientrando nel circuito culturale cittadino». L'amministrazione farà partire subito il bando per la scelta del tecnico che sarà incaricato della progettazione definitiva ed esecutiva del recupero del teatro.

Da settembre sarà anche avviato lo studio dei 1.400 reperti ospitati nell'area archeologica e su cui si è scatenata la polemica. Comune e Sovritentedenza archeologica intendevano trasferirli nella zona dell'ex Villeroy per essere analizzati. Contro questa soluzione si è battuta Teramo Nostra che, affiancata da Radicali, Pd e altre associazioni, ha contestato la rimozione dei reperti. Per superare questo contrasto è stata messa a punto una mediazione. Le antiche pietre saranno studiate all'interno dell'area archeologica allo scopo di distiguere quelle che appartenevano ai quattro fornici del teatro abbattuti negli anni '60 e quelli che facevano parte di altri monumenti. «Si tratta di una soluzione che tiene conto di tutti i pareri e delle valutazioni dei tecnici», afferma Brucchi, «in ogni caso entro tre mesi lo studio dovrà essere completato».

I reperti che rientrano nel teatro romano resteranno sul posto e l'amministrazione valuterà con la Sovrintendenza archeologica e gli altri enti finanziatori dell'opera come eventualmente inserirli nell'intervento di recupero del teatro. Tutte le altre pietre saranno sistemate altrove. (g.d.m.)

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