Teramano brucia 3 milioni e mezzo in borsa

Negoziante-broker li raccoglie tra gli amici facoltosi e li investe, ma è un fallimento

TERAMO. Un commerciante teramano che opera anche come broker raccoglie tra concittadini più o meno danarosi la bellezza di tre milioni e mezzo di euro e li investe sul mercato finanziario, ma i vertiginosi saliscendi delle Borse bruciano quei soldi fino all'ultimo centesimo. L'unico che non resta a bocca asciutta è proprio lui, il broker, che nel frattempo ha incassato laute provvigioni per il suo ruolo di intermediario. La rabbia dei clienti che gli avevano affidato i soldi si sfoga in insulti e minacce, che qualcuno affida anche a volantini attaccati sui muri.

Il clamoroso crac è avvenuto prima di Natale e da allora, pian piano, la storia ha cominciato a circolare in città. Alimentata non solo da quei manifestini, che il broker ha fatto sparire in poche ore, ma anche dallo sfogo confidenziale di alcuni dei teramani beffati. I quali, ovviamente, chiedono l'anonimato più assoluto, vista la figura da polli che hanno fatto. Va chiarito che il commerciante aveva investito nell'operazione anche i suoi soldi, ma le percentuali ricevute dai clienti per la sua attività - le cosiddette provvigioni - erano molto elevate. Così alla fine ci ha guadagnato e la beffa per i suoi clienti è stata doppia.

Di qui la comparsa dei volantini in cui al broker viene dato dell'infame e del truffatore. Ma non è detto che di truffa si tratti, tanto che al momento non si hanno notizie di denunce penali o di cause di risarcimento dei danni intentate contro il negoziante. Il quale, peraltro, non è sicuramente fuggito da Teramo e continua a svolgere la propria attività principale. Per capire se la storia può finire o meno in tribunale sarebbe determinante conoscere il tipo di contratto stipulato tra lui e i clienti: se vi era contemplata la possibilità di perdere perché l'investimento era ad alto rischio, e i clienti lo sapevano, è difficile che il broker possa avere dei guai giudiziari. C'è anche la possibilità che i clienti abbiano firmato senza leggere il contratto, come spesso accade, rassicurati verbalmente dall'uomo (che evidentemente conoscevano) sulla bontà dell'affare. E, anche in questo caso, non potrebbero rivalersi contro di lui.

Il caso di Teramo, da quanto se ne sa finora, appare dunque diverso da quelli di truffe conclamate che hanno visto più volte protagonisti dei broker finanziari. Uno, molto recente, è accaduto a Narni: un broker di 47 anni ha patteggiato un anno e tre mesi di reclusione, pena sospesa, perché accusato di avere truffato decine di risparmiatori che gli avevano affidato i loro soldi per un ammontare di circa un milione di euro, spariti nel nulla. Il broker secondo l'accusa aveva promesso ai suoi clienti importanti investimenti, poi rivelatisi falsi. I truffati al termine del giudizio penale non hanno visto riconosciuto alcun risarcimento e per questo ricorreranno in sede civile. (d.v.)

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