Teramo, abusi sulla 16enne disabile: pensionato a processo

Incontri in cambio di ricariche telefoniche e cibo, il giudice respinge la richiesta di patteggiare due anni e quattro mesi e manda l’uomo a giudizio

01_A_WEBTERAMO. Abusi su una ragazzina disabile in cambio di ricariche telefoniche e cibo: è una storia di violenza e degrado quella che approda in un’aula di tribunale con una richiesta di patteggiamento e ne esce con un rinvio a giudizio. Perchè al termine dell’udienza preliminare il gup Domenico Canosa respinge la richiesta di patteggiamento avanzata dalla difesa a due anni e 4 mesi e manda a giudizio un pensionato teramano di 60 anni accusato di violenza sessuale su una 16enne con un ritardo mentale.

I tecnicismi giuridici sostanziano una realtà: niente patteggiamento (quindi pena concordata tra pm e imputato senza risarcimento danni per la vittima e possibilità di fare ricorso in appello), ma processo con rito abbreviato. Secondo l’accusa dal dicembre 2011 all’aprile 2012 l’uomo, abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della ragazzina, avrebbe in due occasioni abusato di lei. E sono le parole della vittima, quelle lasciate nei verbali dell’incidente probatorio, a mettere nero su bianco l’indicibile: «Ogni tanto mi faceva delle ricariche al telefono cellulare e poi mi diceva che avrebbe portato delle provviste alimentari ai miei genitori».

La storia si muove tra le case popolari di un quartiere periferico e Montorio. La ragazzina da qualche tempo è affidata ad una parente su disposizione del tribunale dei minori e nel quartiere in cui vive viene avvicinata dall’uomoche abita in zona. Secondo l’accusa in due occasioni quest’ultimo abusa di lei mentre sono in macchina.

L’inchiesta scatta quando una familiare legge alcuni sms sul cellulare della ragazzina: messaggini che arrivano dall’uomo e che insospettiscono che li legge. Così scattano le prime indagini: la polizia mette insieme indizi e testimonianze che diventano un fascicolo d’accusa in procura. Parte l’inchiesta che, coinvolgendo una minore, si muove nel massimo riserbo. Il primo punto fermo è l’incidente probatorio chiesto dal pm per cristallizzare la testimonianza della ragazzina: che parla, racconta di quegli incontri in macchina, in luoghi isolati, delle ricariche telefoniche e della «carne e del pesce come regalo alla mia famiglia». L’uomo, difeso dall’avvocato Roberto Conte, nega e chiede di patteggiare.

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La ragazzina e i suoi familiari, assistiti dall’avvocato Antonietta Ciarrocchi, si costituiscono parte civile. Ieri mattina l’udienza preliminare nel corso della quale la difesa avanza richiesta di patteggiamento. Nel pomeriggio il provvedimento del giudice: niente patteggiamento, ma rinvio a giudizio.

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