la sentenza

Teramo Basket fallito per un debito di 2 milioni

Il giudice ha accolto l’istanza di Equitalia per i mancati pagamenti all’Erario: Silvani nominato curatore, a luglio l’adunanza di tutti i creditori dell’ex società

TERAMO. E’ una sentenza di fallimento a mettere fine al Teramo Basket, la società da tempo in liquidazione dopo una storica presenza in serie A. Così ha deciso ieri il giudice delegato Giovanni Cirillo nell’accogliere le istanze presentate da Equitalia per un debito di due milioni di euro che la società sportiva avrebbe accumulato nel corso degli anni con l'Erario e da un’agenzia di procuratori sportivi i rappresentata dall’avvocato Enrico Zorzi per conto di alcuni ex tesserati non pagati per un credito vantato di 60mila euro.

L’avvocato Fabrizio Silvani è stato nominato curatore fallimentare, mentre l’adunanza per l’approvazione dello stato passivo è stata fissata per il 12 luglio. Entro quella data dovranno essere presentate anche le domande di insinuazione di crediti. Le motivazioni della sentenza di fallimento saranno depositate tra qualche giorno.

A chiedere il fallimento della società, da tempo anche al centro di un’inchiesta aperta dalla procura, nel 2014 era stato anche il pm Stefano Giovagnoni (titolare del fascicolo) proprio per quel debito di 2 milioni di euro nei confronti del fisco emerso nel corso delle indagini su un giro di presunte false fatturazione legate alle sponsorizzazioni e su presunti reati fiscali. Ma all’epoca quell’istanza di fallimento venne respinta non essendoci ancora la certificazione di quel debito. Che adesso è stato certificato nell’istanza presentata dalla società di riscossione Equitalia.

Nell’inchiesta penale su presunti reati fiscali, per cui ad ottobre c’è stato l’avviso di conclusione delle indagini, sono indagati l’ex presidente del Teramo Basket Carlo Antonetti, che ha sempre respinto ogni accusa, e altri due nomi, all’epoca dei fatti rappresentanti legali di altrettanti divisioni di atletica leggera. Antonetti è indagato per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, mentre gli altri due per emissione di fatture per operazioni inesistenti (tutte violazioni della legge sui reati tributari del 2000). L’inchiesta del sostituto procuratore Giovagnoni è nata nell’ambito di accertamenti del nucleo di polizia tributaria della Finanza e i fatti contestati si riferiscono al 2009-2010, gli anni in cui il Teramo Basket militava in serie A trascinando folle e riempendo il PalaScapriano ad ogni incontro. Secondo l’accusa della procura le due associazioni della Teramo Basket avrebbero prodotto fatture per operazioni inesistenti per circa 500 mila euro per quanto riguarda una divisione e per circa 700 mila euro per un’altra divisione, giustificandole – sempre secondo la ricostruzione fatta dall’accusa – con soldi ricevuti dalla stessa Teramo Basket per lo svolgimento delle loro attività. Per la procura si tratterebbe di operazioni inesistenti con le fatture che successivamente sarebbero state utilizzate da Antonetti nelle dichiarazioni annuali della società sportiva per recuperare una parte di Iva.

L’inchiesta del pm Giovagnoni, dopo l’avviso di conclusione delle indagini, è ormai vicina alla conclusione.(d.p.)

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