Teramo, disabile pieno di fratture salvato dal 118

Operatori Asl vanno a fargli un vaccino e lo trovano a letto in gravi condizioni. Violenze in famiglia o traumi da incidente? In ogni caso non è stato curato. Si indaga 

TERAMO.  Ora è ricoverato in ospedale, il posto più sicuro e accogliente in cui ha vissuto negli ultimi mesi. Antonio (il nome è di fantasia) è un disabile psichico che vive in un paese vicino Teramo. Di indole più che buona, tutti gli sono affezionati. Ma da qualche tempo Antonio non si è visto più in giro. E in paese sono iniziate a circolare voci, c’è chi ha raccontato di aver sentito urla arrivare dalla casa. Qualcuno arriva a segnalare i sospetti ai carabinieri. Una decina di giorni fa la Asl telefona a casa di Antonio: i familiari devono portarlo a fare un vaccino l’indomani. Ma il giorno dopo nè Antonio nè i parenti si fanno sentire.

Alla fine gli operatori della Asl si presentano a casa. Sulle prime i parenti gli dicono che il disabile sta male, che è meglio che ripassino. Gli operatori sanitari insistono e si trovano davanti una scena pietosa: l’uomo è a letto, quasi esanime. Gli operatori della Asl chiamano il 118 e Antonio viene trasportato all’ospedale di Teramo. La diagnosi è terribile: l’uomo ha entrambe le spalle fratturate, anche una scapola e una frattura risalente almeno a qualche mese fa a una gamba, mai curata. L’uomo viene curato, gli ortopedici gli mettono persino una protesi alla spalla, tanto è grave la frattura.

All’inizio Antonio non parla, sicuramente perchè è troppo debole e provato, forse perchè è sotto shock. Ma poi inizia a raccontare qualcosa. Antonio è un disabile psichico e le sue parole vanno pesate attentamente, ma il racconto pare lucido. Antonio parla di violenza. Parla di quella sbarra di ferro che più volte lo ha colpito. A fargli tanto male potrebbe essere un cosiddetto parente acquisito, una persona che da qualche tempo vive a casa sua. Una persona che forse non riesce a tollerare qualche sua stranezza o che semplicemente scarica su di lui le proprie frustrazioni, come fosse un punchingball. L’altra possibilità è che Antonio si sia procurato tutte quelle
fratture da solo.

Fratture molto gravi che una semplice caduta dalle scale difficilmente potrebbe aver provocato. Ma anche questa è un’ipotesi. In questo caso però non si capisce come mai i familiari non l’abbiano fatto curare, sia per la frattura alla gamba prima, che per quelle alle spalle dopo. I traumi, a sentire i soccorritori, erano d’altronde inequivocabili. Su quanto accaduto negli ultimi tempi in quella casa indagano i carabinieri e la procura ha aperto un fascicolo. Le indagini sono tuttora in corso e il quadro ancora non è chiaro. E’ certo che l’intero paese è in apprensione per le sorti di Antonio, benvoluto da tutti.