Teramo, favori a un parente: dirigente comunale a processo

Il dirigente del settore urbanistica Mariotti è accusato di abuso d’ufficio per non aver fatto demolire opere abusive

TERAMO. Il gup Domenico Canosa manda a processo il dirigente del settore urbanistica del Comune di Teramo Stefano Mariotti. L’8 maggio prossimo il professionista dovrà comparire davanti al tribunale con l’accusa di abuso d’ufficio. E’ questa, infatti, l’ipotesi di reato che la procura (il pm Silvia Scamurra) contesta al dirigente accusandolo «di non essersi astenuto in presenza di un interesse di un prossimo congiunto all’adozione/omissione degli atti d’ufficio». In particolare si fa riferimento a un tecnico progettista di un piano di lottizzazione presentato da due società nella zona di Villa Mosca. Si legge nel capo d’imputazione: «intenzionalmente procurava un ingiusto vantaggio patrimoniale consistente nell’evitare la reductio in pristinum dei luoghi interessati da interventi edilizi realizzati dalle predette società lottizzanti in assenza dei prescritti titoli abilitativi, su aree di proprietà comunale ed in contrasto con le previsioni degli strumenti urbanistici vigenti, nonchè nel sanare indebitamente tali abusi e nello svincolare la polizza fideiussoria stipulata a garanzia delle opere di urbanizzazione primaria». Secondo il pm Mariotti, così si legge nel capo d’imputazione, «ometteva di adottare l’ordinanza di demolizione delle opere abusivamente realizzate su aree di proprietà comunale ubicate all’interno del perimetro della lottizzazione ( allargamento di una strada, realizzazione di un nuovo tracciato stradale su area di properietà comunale destinata ad attrezzature scolastiche) realizzati in assenza del prescritto permesso di costruire e constatati all’esito di appositi sopralluoghi effettuati da personale tecnico del Comune e nonostante avesse emesso personalmente l’ordinanza di sospensione di tali lavori». Per la procura, inoltre, Mariotti «approvava con una mera determinazione dirigenziale, in violazione delle prescrizioni della legge regionale, un progetto di variante al piano di lottizzazione ricognitivo pur consapevole del fatto che tale proposta di variante avrebbe dovuto sottoporsi al vaglio dell’assemblea comunale tanto più che, – apportando modifiche all’assetto viario, ai servizi e alle attrezzature pubbliche e riducendo significativamente le superfici aventi destinazione urbanistica di attrezzature scolastiche – avrebbe comportato altresì una variante al Prg».

E, sempre secondo quanto sostenuto dalla procura nel capo d’imputazione, il dirigente «formulava proposta favorevole al rilascio del permesso di costruire la sanatoria dei lavori abusivamente realizzati nell’ambito del procedimento avviato dallo Sportello Unico per l’edilizia su istanza delle società lottizzanti e così inducendo in errore il dirigente dello Sportello unico per l’edilizia sulla conformità delle opere abusive da sanare con la normativa e gli strumenti urbanistici vigenti al tempo della relativa realizzazione e della domanda, determinava il permesso di costruire in sanatoria per opere di urbanizzazione, realizzazione strada e muro di sostegno pur non susstistendone i presupposti di legge». Accuse, quelle contestate dalla procura, che dovranno essere provate nel corso del dibattimento che si aprirà l’8 maggio.(d.p.)

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