Teramo, gatti sfrattati dalla chiesa: guerra tra prete e animalisti

Nella parrocchia di San Berardo attriti fra il nuovo parroco e la Lega del cane mentre gli “Amici degli animali” denunciano la scomparsa di parecchi esemplari

TERAMO. A poco è servito scrivere a papa Francesco e papa Ratzinger. L’anziano don Vittorio ha lasciato la sua parrocchia di San Berardo a luglio e con lui i circa 15 gattini rimasti senza casa all’arrivo del nuovo sacerdote, padre Francesco Malara. L’estremo tentativo per salvare la piccola colonia felina dallo “sfratto sicuro” è della presidente della Lega per la difesa del cane di Teramo, Catia Durante. Appello evidentemente caduto nel vuoto.

Don Vittorio dopo la pensione è stato trasferito a Chiavari, in Liguria, e gli animali prima curati con amore dal parroco nei giardini della sacrestia ora vagano dispersi per il quartiere. Uno di loro in questi giorni sarebbe stato investito da un’auto. A non voler più ospitare i gattini nell’area della chiesa sarebbe appunto il nuovo arrivato don Francesco che avrebbe chiesto al Comune di spostare altrove la colonia (regolarmente registrata e dunque di proprietà del sindaco) dopo aver ricevuto lamentele da fedeli affetti da allergie. L’attrito con l’associazione animalista risale già al giorno della partenza di don Vittorio, quando una volontaria della Lega ha trovato il cancello chiuso del retro della chiesa e non è riuscita a lasciar da mangiare e bere agli animali.

A nulla sono valse le richieste al sacerdote di tornare sui suoi passi. Anzi, spiega la presidente, «pochi giorni dopo sono stata diffidata dall’entrare nei locali della chiesa senza autorizzazione». Di qui l’appello, invano, al vescovo Michele Seccia e la richiesta d’intervento delle guardie zoofile che, dopo vari tentativi, hanno ricevuto dal parroco rassicurazioni sul fatto che continuerà a dar da mangiare ai gatti fino al loro trasferimento. Sulla vicenda interviene intanto un’altra associazione, “Gli amici degli animali”, che rivendica la gestione della colonia e giustifica il suo spostamento in un’altra vicina in modo da evitare «lo sradicamento degli animali dal proprio habitat come previsto dalla legge».

L’associazione tra l’altro segnala la scomparsa di diversi gatti – sia del cortile che padronali – avvenuti nell’area (in entrambi i casi è stata presentata formale denuncia) e difende il nuovo sacerdote, vittima a detta della onlus «di pressioni da parte di diversi cittadini che lo ritengono responsabile della sparizione». Il caso insomma non è chiuso, quel che resta è l’amarezza per i poveri animali rimasti senza casa e senza l’affetto di don Vittorio. Unica eccezione – e forse l’unica salva – la vecchia gatta Calipso che ha raggiunto in Liguria l’amato padrone, l’anziano parroco. «E’ la sua preferita», racconta Catia Durante, «da quando era andato via, Calipso non mangiava più e non si muoveva da un angoletto del giardino della chiesa».

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