Teramo, indagato D’Annunzio: sotto inchiesta i fondi d'oro Asl  

Fondi all’Anffas, la procura indaga su prestazioni per 3,3milioni di euro: sott’inchiesta il presidente della Onlus, l’ex manager Molinari e il dirigente Profeta

TERAMO. Fondi d’oro all’Anffas: la procura di Teramo indaga sull’ex manager e due alti dirigenti della Asl. Su un rapporto consegnato al magistrato, Bruno Auriemma, si legge la frase chiave di un’inchiesta che scava a fondo nelle spese della sanità abruzzese: «Elargizione di denaro pubblico a strutture “amiche”». Così scrivono gli investigatori. L’accusa è pesante anche se è tutta da dimostrare.

La quantità di finanziamenti pubblici finiti nel mirino della procura è peraltro consistente. Si tratta di 3 milioni e 300mila euro erogati alla Onlus che assiste le famiglie con figli disabili. Sott’accusa sono finiti Mario Molinari, ex direttore generale della Asl, il dirigente Valerio Profeta e il direttore di medicina legale Ercole D’Annunzio, che però è anche presidente dell’Anffas che beneficia dei fondi pubblici elargiti dalla stessa Asl. D’Annunzio è un personaggio molto noto in città per il suo impegno nell’assistenza a disabili, un’attività che viene svolta dall’Anffas nel centro iperbarico della Asl a Sant’Atto.

Il pagamento di centinaia di prestazione riabilitative, in regime di accreditamento, da parte dell’ex manager della sanità pubblica teramana, è da mesi sotto la lente di ingrandimento del nucleo di polizia tributaria della Finanza. A far partire le indagini è stato un esposto firmato da Antonio Luzio e Scolastica Bonaduce, legali rappresentanti dei centri di riabilitazione privati Sanex di Campli e Wellnes di Montorio che denunciavano presunte irregolarità da parte dei funzionari della Asl di Teramo nella determinazione del quantum per le prestazioni riabilitative erogate dai centri accreditati. L’indagine ha quindi portato la Finanza a scrivere nel rapporto consegnato al pm Auriemma che «lo sforamento del budget da parte dell’Anffas ha portato le prestazioni accreditate a questi livelli: 150 ambulatoriali individuali (cioè più 200%; 50 domiciliari (più 400%) e 60 semiresidenziali (più 50%) per un fatturato (riferito al 2008) di 3 milioni e 264mila euro raddoppiando», spiegano le Fiamme gialle, «gli originari importi di accreditamento deliberati dalla giunta regionale che ammontavano a 1,6 milioni di euro». La Finanza ha anche indagato sul centro iperbarico dove l’Anffas svolge la sua attività di riabilitazione convenzionata con la Asl e, sempre nel rapporto, ha specificato che la Onlus per 5 anni ha usufruito gratuitamente dell’immobile della stessa Asl ristrutturato in parte dalla Fondazione Tercas. Ma le somme tirate per questa prima tranche di indagine hanno sortito solo una richiesta di archiviazione da parte della procura a cui però si sono opposti Luzio e Bonaduce, autori degli esposti. Il gip, Marina Tommolini, a sorpresa ha quindi riaperto il caso rinviando gli atti al pm Auriemma affinché svolga indagini più approfondite. Si riparte da una frase del rapporto dei finanzieri: «Il quadro investigativo delineatosi nel corso dell’attività ha permesso di evidenziare un meccanismo all’apparenza perfettamente legale di elargizione di denaro pubblico a strutture “amiche”, e di conseguenza ai loro responsabili. Il tutto con violazioni gravi e ripetute dei principi di imparzialità». In sintesi l’indagine bis che in questi giorni è ripartita punta ad accertare se Molinari, pur essendo a conoscenza dei fatti, non avesse vigilato sugli obblighi di incompatibilità dei medici, in particolare del dottor D’Annunzio che, da dipendente della Asl, ricopre la carica di presidente dell’Anffas, Onlus che opera in locali della stessa Asl e con quest’ultima è convenzionata. Infine c’è il dirigente Profeta che, scrive la Finanza, oltre ad essere collega di D’Annunzio, quindi in una posizione di incompatibilità di fatto, «ha unitamente a Molinari disatteso le indicazioni del piano sanitario regionale, con proposte di budget irrisori per la Wellnes e la Sanex, ed ha omesso di contrattare, per palese conflitto di interessi, con il suo collega D’Annunzio».

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