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Teramo, malata di Sla sfrattata: nessuno ha un alloggio per lei

Allarme del Sicet: 4-5 casi di assoluta emergenza, ma tutte le case popolari sono occupate dagli assegnatari di via Longo

TERAMO. Ritrovarsi senza casa rappresenta una delle paure più profonde. E due donne stanno vivendo giorni di ansia proprio perchè fra poco non avranno un tetto sulla testa. A segnalarlo è il Sicet che parla di almeno quattro-cinque casi di assoluta emergenza. E due di questi riguardano due donne.

Il primo caso vede protagonista Rosalia Di Luzio, malata di Sla. La donna, per perdita del posto di lavoro a causa della malattia, si è trovata senza stipendio e non ha potuto pagare l'affitto. Il proprietario della casa le ha intimato di restituirgli l’appartamento e si è arrivati a due sfratti esecutivi, uno nel 2015 e poi rinviato e uno arrivato ad agosto, rinviato al 28 ottobre 2016. La donna nel frattempo ha fatto richiesta di pensione anticipata per malattia e ha dovuto sostenere una lunga battaglia in tribunale. In un primo momento la richiesta non è stata riconosciuta ma dopo 4 anni è arrivata una sentenza positiva, che le ha anche riconosciuto una invalidità dell’80%. «Ora sono in attesa degli arretrati per pagare il padrone di casa, che deve prendere quasi tre anni di affitto: tutta la somma andrà al proprietario dell'immobile. Ma nel frattempo verrò sfrattata. Vivo sola e sono malata di sclerosi multipla, per cui spesso cado a terra», racconta Rosalia Di Luzio. «La signora ha una situazione economica precaria, risolverebbe i suoi problemi con un alloggio pubblico per due anni in base alla cosiddetta “emergenza abitativa”», spiega Antonio Di Berardo, segretario del Sicet, «ma tutte le assegnazioni sono bloccate e così anche i casi urgentissimi non trovano risposta».

L’altro caso non solo urgente, ma anche paradossale riguarda Carolina Casalena che abita in un piccolo appartamento nello stabile che ospitava il liceo musicale a piazza Verdi. «Ma ci sono stati due terremoti e dopo l’ultimo c’è stato un sopralluogo della Protezione civile», racconta Carolina Casalena, «e la casa è stata dichiarata totalmente inagibile. Per questo il sindaco qualche giorno fa ha fatto un’ordinanza di sgombero: devo lasciare la casa in cui ho abitato per 37 anni». «Abbiamo immediatamente segnalato il caso al Comune», aggiunge Di Berardo, «ma non abbiamo ottenuto nessuna risposta. La signora è assegnataria, ha quella casa in comodato quindi peraltro, a nostro avviso, potrebbe anche usucapirla. Comunque sia, il Comune se sgombera una casa con un suo inquilino dovrebbe provvedere a sistemarlo altrove. Ma così non è stato. La signora non ha alternative. Questo caso e il precedente hanno un comune denominatore. Tutti gli alloggi sono bloccati per la sistemazione degli assegnatari di via Longo: un centinaio di case che potevano essere utilizzate per l’emergenza abitativa sono occupate dagli inquilini delle palazzine che vanno abbattute. Ma a questo punto, se non si possono dare risposte a queste emergenze, bisogna anche bloccare gli sfratti». Il Sicet ha recentemente inviato una lettera al prefetto Graziella Patrizi chiedendo un suo intervento urgente. (a.f.)

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