Teramo, malati condannati al caldo torrido  / Il video

Ospedale: i reparti senza condizionatori, degenti costretti a portarsi da casa i ventilatori, firme dell’Idv contro la Asl 

TERAMO. In ospedale come in un forno crematorio. Pazienti, già provati dalla malattia, “abbracciati” al ventilatore portato da casa o costretti ad agitare freneticamente il ventaglio per ore in cerca di sollievo. E’ questa la situazione che si vive in questi giorni all’ospedale di Teramo dove gli impianti di condizionamento sono pochissimi. Sono pochi i reparti climatizzati, negli altri ci si deve arrangiare. Chi può si alza dal letto e va a cercarsi un po’ di fresco vicino a una finestra aperta o dove non batte il sole. Anche medici ed infermieri sono costretti a lavorare in condizioni difficili. Una situazione segnalata non solo dai diretti interessati, ma anche dal consigliere comunale dell’Idv Valdo Di Bonaventura.

Ortopedia. E' questo uno dei reparti dove si soffre maggiormente il caldo anche perché, buona parte dei degenti, è costretta a rimanere a letto perché vittima di un infortunio o di un'operazione. I malati sono sui letti, a boccheggiare con accanto una bottiglia d'acqua come unica fonte di refrigerio. Da diversi giorni sono giunte in redazione segnalazioni proprio su questo reparto, anche da parenti dei degenti indignati. Segnalazioni che parlano di un caldo africano e di lungodegenti costretti a sopportare altissime temperature senza il sollievo di un condizionatore. Alle 12.30, orario delle visite, il caldo già si fa sentire. Di fronte all'entrata del reparto c'è un folto gruppo di visitatori in attesa di entrare che sventola ventagli e giornali per rinfrescarsi. All'interno la situazione non è migliore con le finestre aperte per far circolare un venticello che, ieri mattina, per fortuna, tirava. «Il peggio arriva nel pomeriggio quando il sole gira e colpisce direttamente le stanze delle persone ricoverate», dice un signore in visita mentre aspetta che aprano la porta della camerata dove sono in corso visite e medicazioni. In questa stanza il sole è già arrivato e c'è chi suda copiosamente. Dentro le camerate ci sono molti pazienti che soffrono, costretti a letto con accanto un ventilatore portato direttamente da casa. A condividere con loro questa agonia ci sono i parenti che forniscono assistenza seduti per ore accanto ai letti.

Medicina generale. La situazione non cambia nel reparto di medicina generale. E’ al quinto piano dello stabile e, essendo più esposto, le temperature sono ancora più alte. A detta di alcuni ricoverati l'unico momento della giornata in cui si sta abbastanza bene sono le prime ore del mattino. Poi con il sole che si alza e che gira verso le finestre del reparto anche qui il calore diventa quasi insostenibile. «La mattina presto si sta benino e si respira bene», affermano, «ma il pomeriggio non riusciamo a riposare assolutamente». Lo stesso discorso vale per la notte, passata spesso in dormiveglia per il caldo e l'umidità soprattutto quando c'è la chiusura delle porte del reparto che non permette la circolazione dell'aria. Più volte è stato chiesto di tenerle aperte ma quasi sempre i pazienti non possono essere accontentati per una questione di sicurezza. Uscire dalla sala operatoria ed essere lasciati in balia delle temperature torride non è certamente piacevole.

Condizionatori. I pochi condizionatori disponibili sono stati piazzati in reparti dove sono presenti malati che subiscono interventi più delicati come oncologia, cardiochirurgia e neurochirurgia. Qualcuno, ricoverato in reparti senza aria condizionata, di tanto in tanto si sposta qui per visitare gli amici e per godere della frescura durante le ore più calde della giornata.

L’Idv. «Da due anni nel periodo estivo metto in evidenza il problema, ad oggi tutto è rimasto come prima», esordisce Di Bonaventura, «il pomeriggio del 1° luglio ho avuto occasione di girare in qualche reparto dell'ospedale e soprattutto per quelli più esposti, la situazione era decisamente drammatica: ho visto tanti pazienti boccheggiare, in particolare nel reparto di medicina generale dove vengono accolti gli anziani. Ho potuto costatare purtroppo che la maggior parte dei reparti non sono ancora stati climatizzati, eppure negli ultimi anni tanti reparti del nostro ospedale sono stati sottoposti a ristrutturazione e umanizzati, una dimenticanza grave a cui non si pone rimedio non considerando che i malati soprattutto anziani sono i soggetti che più di tutti avrebbero bisogno di vivere in un ambiente a giusta temperatura. Ad oggi risultano climatizzati solo i reparti di neurologia, neurochirurgia, cardiochirurgia, cardiologia e oncologia. Nel luglio scorso sollecitai la direzione Asl ad affrontare la problematica, ma ad oggi nulla è stato fatto. Dal direttore generale mi sarei aspettato un atteggiamento più attento verso i pazienti ma probabilmente le priorità sono altre».

Di Bonaventura lancia dunque un altro appello al manger Giustino Varrassi «ad affrontare il problema per il bene di tutti anche perché è evidente a tutti che negli ultimi anni si va sempre di più incontro a stagioni estive sempre più bollenti. Sono convinto che la questione della climatizzazione che a prima vista può sembrare una cosa superflua nei fatti è un problema rilevante per chi sta vivendo e ha vissuto un ricovero nel periodo di caldo afoso. Va tenuto conto che il miglioramento delle condizioni della temperature favorirebbe anche un prestazione di lavoro migliore per i bravi operatori medici e paramedici che operano nel nostro ospedale.Ci vorrebbe un poco di buon senso per capire che certi interventi che tra l'altro non richiedono risorse rilevanti renderebbe più accogliente e dignitoso la permanenza nel nostro ospedale». Il consigliere comunale spera che si stia già provvedendo, altrimenti promuoverà una raccolta di firme, se possibile con il Tribunale del malato.©RIPRODUZIONE RISERVATA