Teramo, minorenne denuncia abusi subiti nella casa-famiglia

Il ragazzo accusa un coetaneo, anche lui ospite nella struttura, di averlo violentato più volte Il suo legale: «Non basta che si indaghi sull’episodio, devono rimandarlo dai genitori»

TERAMO. Affidato ad una struttura di accoglienza di Teramo perché violentato da tre adulti, un minorenne sarebbe stato nuovamente vittima di abusi sessuali, questa volta da parte di un coetaneo ricoverato nello stesso istituto. Dopo la sua denuncia sono state aperte due inchieste mentre il legale di fiducia, l’avvocato Danilo Consorti, chiede che il ragazzo (che presenta diverse problematiche di tipo psicologico-emotivo, anche se è prossimo alla maggiore età), possa tornare in famiglia. Nessuna autorità, per ora, si è pronunciata sulla richiesta. Nel frattempo sulla vicenda degli ultimi presunti abusi sono stati aperti due fascicoli, uno presso il tribunale per i minorenni dell’Aquila relativamente alle presunte violenze compiute dal minorenne, anche lui ospite della struttura di sostegno, l’altro presso la procura di Teramo perché si stabilisca se vi siano eventuali responsabilità di chi gestisce l’istituto.

Quando aveva 13 anni (era il 2008), il ragazzino e sua sorella che all’epoca ne aveva 10, subirono attenzioni di tipo sessuale da parte di tre persone di Mosciano, loro vicini di casa, che sono state già rinviate a giudizio. La prossima udienza del processo è fissata per il 5 luglio. Durante la prima fase delle indagini gli inquirenti, nel timore che in questa squallida vicenda i genitori avessero qualche responsabilità, allontanarono i figli dalla famiglia affidandoli dapprima ad un istituto di Giulianova, poi alla zia. Successivamente, i fratellini furono divisi: il più grande fu nuovamente affidato ad una casa famiglia mentre la sorella rimase con la zia. Per il legale di fiducia i due adolescenti hanno sempre dimostrato grande sofferenza e disagio per essere stati allontanati da mamma e papà e, nonostante sia stato escluso dagli inquirenti ogni coinvolgimento dei genitori nella storia degli abusi sessuali e nonostante le reiterate richieste rivolte al tribunale dei minorenni e alla Corte di appello, i ragazzini non sono più potuti tornare a casa. Continuamente il 17enne chiede di poter lasciare l’istituto e vivere una vita normale a contatto con i genitori, ma nulla di positivo per lui è finora accaduto. Il sostituto procuratore della Repubblica di Teramo, Irene Scordamaglia, che ha aperto un fascicolo penale, dovrà indagare sulla circostanza per cui gli episodi di violenza denunciati dal ragazzo sono stati taciuti, sia alle autorità giudiziarie che ai genitori. Sono stati o no sottovalutati i presunti abusi subiti dal ragazzino all’interno dell’istituto? E’ questo che la Procura dovrà accertare.

Esattamente un mese fa, inoltre, era stata avanzata un’ulteriore richiesta di ricongiungimento dei minori con i propri genitori, sulla quale il tribunale dei minorenni non ha preso ancora alcuna decisione. «E’ opportuno chiedersi quanto male ancora la società civile debba infliggere a questi ragazzi», contesta duramente l’avvocato Consorti. «Siamo certi che se l’estrazione sociale dei genitori non fosse così umile e modesta, gli addetti ai lavori avrebbero adottato un atteggiamento diverso atteso che esercitare il potere con le persone deboli è uno “sport” molto praticato». Mercoledì scorso, ai funerali del nonno paterno, i nipoti non sono stati autorizzati a partecipare. Un fatto ritenuto grave dal difensore perché non si è tenuto conto nemmeno degli affetti più prossimi e dei sentimenti del minore nei confronti della figura familiare più vicina a quella dei genitori. La vicenda,oltre ad aver risvolti drammatici, è comunque delicata anche per gli organi inquirenti che dovranno stabilire la fondatezza della denuncia. L’avvocato Consorti chiede intanto tutele e garanzie immediate per i due fratellini.

Alex De Palo

©RIPRODUZIONE RISERVATA