Teramo, nel pc del nonno a processo foto e video pedopornografici

Il consulente del pm scova le immagini nel computer dell’anziano accusato di abusi sulla nipotina. In aula il racconto di un’amica della mamma: la piccola disse subito chi era stato a farle del male

TERAMO. In un’ aula di tribunale in cui si processa un nonno accusato di abusi sulla nipotina di 4 anni tutto deve servire a trovare la verità. Almeno quella giudiziaria. Così davanti ai giudici del collegio (presidente Giovanni Spinosa, a latere Roberto Veneziano e Belinda Pignotti) si srotolano le immagini di un video dal contenuto pedopornografico trovato nel computer dell’uomo.

Un pc in cui, spiega il consulente tecnico della procura distrettuale competente per il tipo di reato, sono state scovate 38 foto e 36 video contenenti immagini con bambini e adulti. Secondo la procura (titolare del fascicolo il pm Maria Antonietta Picardi) tra le immagini pedopornografiche trovate nell’hard disk del computer dell’uomo ci sono anche quelle di una bimba, che per l’accusa è proprio la nipotina, ritratta in atteggiamenti particolari con l’adulto. L’uomo, un teramano di 56 anni assistito dall’avvocato Tiziano Rossoli, respinge le accuse e sostiene di aver comprato quell’hard disk usato e quindi di non averne mai conosciuto il contenuto. Per la difesa, inoltre, da quella foto non sarebbe possibile identificare il volto della piccola. Che, all’epoca dei fatti, fece capire ai genitori che il nonno materno le aveva fatto male toccandola nelle parti intime. E lo fece una sera mentre in casa c’era anche un’amica della madre. Che ieri mattina lo ha raccontato in aula. «Io e la mia famiglia eravamo stati invitati per una cena» dice «quando fummo richiamati dal pianto della piccola. Un pianto forte. Quando entrai in casa trovai la piccola in braccio alla madre che urlava: «il nonno è cattivo, mi ha fatto male». La donna racconta ancora come la mattina seguente la sua amica, la madre della piccola, la chiamò tra le lacrime per chiederle di esserle vicino nel momento in cui avrebbe chiesto spiegazioni a suo padre. «Ma perchè le chiese questo?» incalza il pm e lei risponde: «Perchè mi aveva detto che aveva paura della reazione del padre». Il caso teramano è nato dalla segnalazione dei genitori della piccola che si sono rivolti alla procura per denunciare (assistiti dall’avvocato Florindo Tribotti). Lo hanno fatto dopo che la bambina ha raccontato loro che il nonno le aveva fatto male nelle parti intime. Prima di proseguire con l’inchiesta, che si è conclusa con il rinvio a giudizio dell’uomo, la procura distrettuale ha sottoposto la presunta vittima alla consulenza di un esperto per valutare la capacità di testimoniare e raccontare di un minore così piccolo, la sua capacità di rapportarsi a quello che lo circonda. E secondo il responso dell’esperto la piccola avrebbe una sufficiente capacità testimoniale. Si torna in aula il 13 maggio con tutti testi della procura. Tra questi anche i genitori della bambina.(d.p.)

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