Teramo, perde la casa pignorata da Equitalia Artigiano minaccia l'acquirente: arrestato

Sommerso dai debiti con le banche e col fisco, raggiunge l'accordo con l'istituto di credito ma non con l'agenzia di riscossione dello Stato. Artigiano cinquantenne di Ancarano (Teramo) perde la casa all'asta. Così minaccia e tenta una estorsione ai danni del nuovo proprietario, ma finisce in carcere

TERAMO. Banca e Equitalia gli portano via la casa che viene venduta all'asta e acquistata dal vicino. Lui, un artigiano di 50 anni di Ancarano (Teramo), cerca di non perdere l'abitazione in cui vive e minaccia il nuovo proprietario. Ieri, con l'intervento dei carabinieri, l'epilogo della tentata estorsione.

Il piccolo imprenditore teramano aveva minacciato l'acquirente del suo appartamento più di una volta. Da quando il giudice per le esecuzioni immobiliari del tribunale di Teramo aveva aggiudicato l'asta, dopo due andate deserte, proprio al vicino di casa, la situazione si era fatta man mano più pesante e alcune denunce erano state presentate al comando stazione di Sant'Egidio alla Vibrata nel Teramano

Ieri l'artigiano ha seguito in auto, fino a Nereto, l'acquirente della casa pignorata guidando in modo minaccioso e pericoloso quasi per speronarlo. Dietro di lui c'erano però i carabinieri. A un certo punto, il nuovo proprietario dell'appartamento si è fermato e per paura di essere aggredito si è chiuso in auto. È stato allora che i militari sono intervenuti arrestando l'artigiano con l'accusa di tentata estorsione continuata. L'artigiano cinquantenne si trova ora nel carcere di Teramo in attesa della convalida dell'arresto.

I guai con il fisco sono iniziati alcuni anni fa. L'artigiano si era visto notificare da Equitalia arretrati (Inps, Inail, Iva, Irap) per oltre 100mila euro relativi agli ultimi 7/8 anni. Nel frattempo, anche la banca con la quale aveva acceso un mutuo fondiario per circa 30mila euro, si era attivata per recuperare il dovuto chiedendo il pignoramento dell'appartamento di circa 100 mq posseduto fino a due mesi fa.

Il piccolo imprenditore teramano ha subito a proprie spese una doppia beffa. La banca, infatti, aveva accolto la richiesta del suo cliente di procedere al piano di rientro permettendogli di dilazionare le rate da pagare. Ma l'accordo è stato vanificato dopo l'intervento di Equitalia che ha messo le mani sul bene immobiliare vantando un diritto di prelazione.

L'altra beffa che la sorte ha riservato al cinquantenne riguarda il prezzo di vendita all'asta dell'appartamento: appena 50mila euro. Il 20 marzo scorso, infatti, nonostante il consulente tecnico d'ufficio avesse stimato l'immobile per un valore di 120mila euro, dopo due aste deserte, l'abitazione (composta da appartamento, autorimessa e soffitta) è stata ceduta per meno della metà del valore stimato.

All'ennesima tegola, i nervi dell'uomo hanno ceduto. L'artigiano ha cercato in tutte le maniere di tornare in possesso dell'alloggio, cercando vanamente una transazione con il nuovo proprietario suo conoscente che nel frattempo aveva versato il deposito cauzionale. Attraverso il suo legale di fiducia, l'avvocato Bruno Massucci, il 50enne teramano aveva anche presentato istanza di sospensione all'aggiudicazione dell'asta ma il giudice ha però fissato l'udienza a settembre, cioè oltre il tempo utile a non perdere la proprietà dell'abitazione il cui rogito avverrà entro il prossimo 20 maggio. Ora confida sull'ulteriore istanza presentata al tribunale per chiedere l'anticipazione della data di udienza della sospensione di aggiudicazione.
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