Teramo, ressa al palasport per un posto di lavoro

Al maxi concorso del Comune si presentano centinaia di disoccupati provenienti da mezza Italia. E per un giorno il tempio del basket teramano si è trasformato in una sala d'esame dove si è svolta una prima scrematura

TERAMO. Un sogno chiamato posto fisso. Un sogno che, centinaia di disoccupati provenienti da mezza Italia, hanno cominciato a rincorrere ieri mattina partecipando, al Palascapriano, alla prima fase del maxi concorso indetto dal Comune di Teramo. In palio per loro c'è un solo posto di lavoro visto che, dei tre messi a disposizione, uno è riservato a chi già lavora in comune e l'altro ai militari. Per un giorno il tempio del basket teramano si è trasformato in una sala d'esame dove si è svolta una prima scrematura. Una prova a quiz dalla quale usciranno i nomi dei 50 che passeranno alla selezione vera e propria.

Alle nove il piazzale di Scapriano è già pieno di automobili e di persone. Una visione che, nell'immaginario collettivo, fa pensare più agli appuntamenti sportivi di cui il palazzetto è solitamente teatro. Gli aspiranti impiegati sono tutti davanti all'ingresso. C'è chi, in preda all'ansia, cerca di ripassare mentalemente e chi, molto più fatalista, non vuole pensarci troppo e non vede l'ora di entrare.

PARLANO I CANDIDATI. «Sinceramente non ripongo tante speranze in questo concorso», dice Martina, «ma tentare non costa nulla». In effetti lei non è l'unica a pensarla così: alcuni addirittura non si sono presentati. «Ci sono meno persone rispetto agli iscritti», aggiunge, «me l'aspettavo». Il concorso, per alcuni, rappresenta una delle poche occasioni per fare pesare gli studi e le competenze sul mercato del lavoro ormai troppo saturo. «Purtroppo», afferma Simona, «mi sono rimaste solo queste occasioni. Le aziende private tendono a non assumerti, anche se sei qualificata, perchè superata una certa età non possono più approfittare dei contratti di formazione». Girando per la sala d'ingresso del palazzetto ci si accorge anche di quante persone siano disposte a lasciare il proprio paese pur di trovare un posto fisso. Maria Antonietta viene da Caserta ed è un'esperta di concorsi pubblici: «Continuo a girare l'Italia partecipando a tutti i concorsi, il prossimo lo farò a Milano».

USCITA E POLEMICHE. All'uscita le facce e i pareri sono tra i più disparati. C'è chi ha trovato il test «difficilissimo a causa delle tante domande di diritto» e chi, come Maria Grazia, pensava fosse più ostico. In queste occasioni, poi, non mancano mai le polemiche. Qualcuno esce di corsa dalla porta d'ingresso e con il viso cupo. «L'anonimato dei candidati non è stato rispettato perché», accusa una ragazza, «non ci sono state consegnate le buste dove mettere i test che, in questo modo, possono essere riconosciuti».

COSA ACCADE ORA. Dopo questa prima scrematura i 50 che avranno superato la prova dovranno affrontare la seconda fase suddivisa in due tappe. La prima, che si svolgerà giovedi 17 novembre, alle 8.30 nell'aula magna di Giurisprudenza a Colleparco, darà i nomi di coloro che saranno ammessi all'esame orale previsto per il 5 dicembre nel museo archeologico in via Delfico. Orale al quale potranno partecipare solo coloro che avranno ottenuto almeno 21 punti su 30 nella prova scritta del 17. Molto più lunghi, invece, i tempi di attesa per conoscere i risultati definitivi: per sapere il nome del vincitore bisognerà aspettare il 17 maggio del prossimo anno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA