Teramo, rivelazione in aula: "Abusata dallo zio anche da ragazzina"

Il processo a un anziano accusato dalla nipote: la parte offesa mostra le foto che si è scattata dopo l’ultima aggressione accusando lo zio di averla violentata anche da giovanissima

TERAMO. Parole e immagini per denunciare abusi e violenze. Perchè è in un’aula di tribunale che i fatti inseguono una loro verità. Almeno giudiziaria. E’ allora ecco il racconto di una donna di 30 anni che ha denunciato l’anziano zio di averla violentata e che nel corso nella sua deposizione, avvenuta a porte chiuse, lo accusa di aver abusato più volte di lei anche quando era poco più di una ragazzina. Ai giudici la giovane donna mostra delle foto scattate da lei il giorno dell’ultima violenza, quella che sarebbe avvenuta quattro anni fa e per cui l’uomo è imputato. E nell’aula della corte d’assise, sempre a porte chiuse, scorrono le immagini di lividi sui polsi, di ecchimosi su varie parti del corpo. Compatibili con un’aggressione? La procura sostiene di sì.

Con lei, che si è costituita parte civile, sfilano come testi le operatrici del centro antiviolenza di Roma dove lei si è rifugiata. L’uomo (di cui non citiamo le generalità per tutelare la privacy di una vittima di violenza sessuale) è accusato di aver afferrato la donna per i capelli, di averla scaraventata a terra, percossa con pugni e schiaffi, ma anche colpita con un bastone di legno fino alla violenza.

L’anziano, che è un invalido, ha sempre negato tutto allegando agli atti un certificato medico che accerta la sua disabilità motoria che non gli consente di muoversi con facilità. La donna ha denunciato i fatti a Roma e sono stati proprio gli agenti della squadra mobile della capitale ad avviare le indagini che sono poi diventate un rapporto approdato sul tavolo del pm Irene Scordamaglia che ha chiesto ed ottenuto per l’uomo il rinvio a giudizio con la pesante accusa di violenza sessuale. La donna ha raccontato che i fatti sono avvenuti in un periodo in cui lei era tornata a casa per trascorrere un periodo con i familiari.

Secondo la sua versione (non ci sono testimoni) l’uomo, che abita a poca distanza dall’abitazione dei suoi, l’avrebbe avvicinato in prossimità di un ponticello e, dopo averla picchiata e colpita con un bastone di legno, l’avrebbe violentata. Successivamente l’avrebbe minacciata di non rivelare niente a nessuno di quanto successo.

L’anziano ha sempre respinto ogni accusa, sostenendo di non aver mai nè picchiato nè violentato la nipote. La prossima udienza (collegio presieduto da Giovanni Spinosa, a latere Roberto Veneziano e Belinda Pignotti) è stata aggiornata a giugno con l’audizione degli ultimi testi citati dalla pubblica accusa.(d.p.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA