Teramo, su un logo della città spunta un simbolo massonico

Squadra, compasso e colonna dorica nell'immagine del progetto sulla comunicazione virtuale dei beni culturali "Teramo, una città vestita di virtuale"

TERAMO. Squadra, compasso e colonna dorica. Tre simboli inconfondibili della massoneria che aleggiano nell'immagine del progetto sulla comunicazione virtuale dei beni culturali "Teramo, una città vestita di virtuale". Ma chi ha inserito in bella vista quei simboli inequivocabilmente riconducibili alla tradizione delle logge massoniche del Grande Oriente d'Italia (Goi)? A chiederselo, denunciando il fatto alla stampa, è stato ieri Marcello Olivieri, presidente dell'associazione "Teramo Vivi Città".

«Sono le mani della massoneria su Teramo». Questa la tesi di Olivieri che come esperto ed appassionato di massoneria ha voluto al suo fianco per spiegare quei simboli e il loro significato Elso Simone Serpentini, scrittore teramano e professore di filosofia. I simboli compaiono nel manifesto della cosiddetta "Teramo virtuale", proprio al centro del petto dell'avatar che dovrebbe accompagnare i visitatori virtuali alla scoperta della Teramo antica che appare sullo sfondo.

«La mia è un'analisi da cittadino curioso», ha spiegato Olivieri, «in questa immagine c'è un messaggio e neanche tanto subliminale, perché questi simboli sono stati esibiti in questo modo? Se è stato un errore chiediamo che venga rimosso, anche se mi sembra difficile parlare di casualità».

Secondo il professor Serpentini la massoneria teramana - quella della loggia "Melchiorre Delfico" - non sarebbe nemmeno quella numericamente più importante in Abruzzo, potendo contare solo 39 iscritti (stando a degli elenchi del 2001) che vedono in prima fila avvocati, commercialisti, artigiani, geometri, ragionieri, assicuratori.

«Non è detto, in ogni caso, che tutti siano iscritti nella propria provincia», ha spiegato Serpentini, «noi non stiamo criminalizzando nessuno, non c'è niente di male a dire che qualcuno è massone, ma in città una serie di scelte di dirigenti politici, del settore finanziario e dell'urbanistica fanno trovare dei riscontri in questi ambienti».

L'immagine in questione è legata, in particolare, al progetto che è stato presentato a febbraio 2010 dal Comune di Teramo in collaborazione con il Cnr Itabc e con l'università di Merced in California. «Quello che vogliamo sapere è chi ha commissionato questa immagine», ha continuato Olivieri, «e perchè è stata fatta così. Il messaggio potrebbe essere: noi a Teramo abbiamo le mani sulla città e vogliamo contare di più a livello regionale. Una cosa è certa: se i simboli rimarrano sarò costretto a segnalare la cosa al prefetto e all'autorità giudiziaria».

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