Teramo, Tancredi e Artoni rinviati a giudizio per corruzione 

Il senatore del Pdl e il presidente della Banca di Teramo accusati di aver promesso soldi per cambiare un Prg

TERAMO. A processo per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. Con questa accusa il gup Giovanni de Rensis ieri ha rinviato a giudizio il senatore del Pdl Paolo Tancredi, l’imprenditore e presidente della Banca di Teramo Cristiano Artoni, e i consiglieri comunali di Mosciano Massimo Martini e Pasqualina Piccioni, il primo di “Nuovi Orizzonti per Mosciano” e la seconda di “Idee in movimento” (entrambi, all’epoca dei fatti, consiglieri comunali di Forza Italia). La prima udienza è stata fissata il 7 maggio, anche se sul processo incombe la prescrizione che dovrebbe scattare nell’agosto del 2013 (il collegio difensivo è composto dagli avvocati Piergiuseppe Sgura, Renato Borzone, Giuseppe Massi, Fabrizio Acronzio).

I fatti risalgono al 2006. In quell’anno il Comune di Mosciano doveva approvare in consiglio una variante al Prg che mutava un’area di proprietà della società di Artoni, la Diffusione Teramana Sas, da agricola a zona per insediamenti produttivi. Secondo l’accusa ipotizzata dalla procura (il pm Greta Aloisi) Tancredi avrebbe promesso ai consiglieri forzisti Piccioni e Marini l’erogazione di finanziamenti alla sezione locale del partito da parte di Artoni se si fossero astenuti nella votazione in consiglio sulla variante. In consiglio Martini si astenne, mentre Pasqualina Piccioni non votò perchè incompatibile. Sempre secondo la procura Artoni, imprenditore leader nella distribuzione dei giornali in Abruzzo, versò due assegni da 2mila euro ciascuno al marito della Piccioni, registrandoli regolarmente in cassa come finanziamento al Pdl. Fu la stessa sezione moscianese di Forza Italia a chiedere ai consiglieri di presentare un esposto sulla vicenda, ma il pm dell’epoca Valentina D’Agostino chiese l’archiviazione. Quando nel 2008 a Martini arrivò la notifica della richiesta d’archiviazione, il consigliere – nel frattempo uscito da Forza Italia – si oppose. Il giudice accolse l’opposizione che diede vita ad un’inchiesta bis dai tempi molto lunghi. Va detto che, approvata la variante, la società di Artoni non ha mai realizzato nulla su quel terreno. Ora le accuse della procura dovranno essere provate nel dibattimento.

Per il senatore Tancredi il provvedimento del gup arriva a dieci giorni dalla richiesta di rinvio a giudizio fatta dalla procura teramana nell’inchiesta sull’inceneritore. Il 15 ottobre, infatti, la procura ha chiesto il processo per corruzione. Il parlamentare del Pdl, secondo i pm, avrebbe accettato un finanziamento per il partito di 20mila euro dall’imprenditore dei rifiuti Rodolfo Di Zio in cambio del proprio impegno a sbloccare la questione del termovalorizzatore, ovvero dell’inceneritore di rifiuti che il centrodestra regionale intendeva far realizzare e gestire a Teramo dalla Deco, la ditta della famiglia Di Zio. La richiesta di rinvio a giudizio, firmata dal procuratore Gabriele Ferretti e dal sostituto Stefano Giovagnoni, arriva dopo che per la Rifiutopoli abruzzese già la procura di Pescara ha esercitato l’azione penale su Tancredi e altre 11 persone, chiedendone il processo. Il gup pescarese Luca De Ninis aveva diviso in due tranche il procedimento sulla base della competenza territoriale e aveva inviato a Teramo gli atti relativi al senatore del Pdl e ad altri cinque imputati.

©RIPRODUZIONE RISERVATA