Teramo, università e crisi: ha perso oltre 1600 studenti

In calo Giurisprudenza, si salva Veterinaria. Il rettore D’Amico: "Taglio 7 sedi e porto tutto nel campus a Colleparco"

Il calo di iscrizioni negli atenei italiani non risparmia l'Università di Teramo dove i dati parlano di forte calo di immatricolazioni. In 10 anni il numero di iscritti complessivo è passato da 9665 a 8026, ovvero 1639 studenti in meno. Il calo più drastico c'è stato nella facoltà di Giurisprudenza dove si è passati da 4862 iscritti nell'anno accademico 2002/03 a 3456 nell'anno 2011/12, meno 1406 iscritti; segue Scienze Politiche che è passata da 2152 iscritti nel 2002/03 a 1316 nel 2011/12, ovvero meno 836; calo anche nella facoltà di Scienze della Comunicazione che è passata - analizzando gli stessi periodi - da 1542 a 1218, meno 324. In lieve controtendenza le altre due facoltà: Agraria e Medicina Veterinaria dove c'è stato un leggero aumento nelle iscrizioni. Più 53 unità nel primo caso, più 373 nel secondo, analizzando sempre il decennio. Dal 1993, anno nel quale l'Università di Teramo si è resa autonoma e non più costola della D'Annunzio di Chieti, il picco di iscrizioni lo si è registrato nel 2005/06, ultimo anno con Luciano Russi rettore, colui che fu promotore dell'autonomia dell'Ateneo e che seppe creare un rapporto diretto con gli studenti. In quell'anno accademico gli immatricolati furono 11676, di lì in avanti il lento declino. «Avere oltre 1500 iscritti in meno in 10 anni - spiega il rettore Luciano D'Amico - è un dato allarmante contro il quale servono azioni concrete e anche drastiche. E' importante agire perché oggi il calo è la conseguenza di una congiuntura economica, ma se non si interviene potrebbe diventare la causa di un ulteriore impoverimento del paese». Le azioni da mettere in atto, per il rettore, sono molte. In alcuni casi si tratta di fare passi indietro rispetto a scelte precedenti. «Una delle strategie - spiega - è quella di lavorare sull'ottimizzazione logistica. Al momento abbiamo dieci sedi, l'obiettivo nei prossimi due anni è quello di ridurle a massimo tre. Questo renderà più agevole per gli studenti vivere l'ateneo. Colleparco sarà un vero campus universitario, a breve sarà inaugurato il polo agrobioveterinario nella nuova sede di Piano d'Accio». Meno parcellizzazione e dislocazione nel territorio, ma anche scelte legate all'offerta formativa. «Non vogliamo inserire nuovi corsi - aggiunge il rettore - ma garantire maggiore coerenza tra i percorsi di ricerca e l'offerta formativa. La nostra offerta parte dal garantire un corpo docente di prim'ordine». Altri interventi vanno ricercati nel creare strategie utili per fare da ponte con il mercato del lavoro. «Stiamo aprendo una collaborazione con il Comune - aggiunge D'Amico - per creare uno sportello per neolaureati che possa agevolare l'incontro tra domanda e offerta. Si chiamerà: "Teramo città dei mestieri" che ha rari esempi in Italia, ma che funziona all'estero. Questo si aggiunge al fatto che circa l'80% degli studenti del nostro ateneo fanno stage in aziende durante il percorso formativo».

Evelina Frisa