Tercas, Bankitalia contesta 14 irregolarità

Ex presidente e cda stanno ricevendo i verbali. E per Banca Teramo la sfida resta a due

TERAMO. Le contestazioni di Bankitalia sono quattordici, come i personaggi dell'ex governance di Tercas che le hanno già ricevute oppure le stanno ricevendo in queste ore. Quattordici presunte gravi irregolarità alle quali l'ex presidente della banca Lino Nisii, l'ex direttore generale Antonio Di Matteo e gli ex consiglieri d'amministrazione e sindaci dell'istituto commissariato dovranno rispondere in trenta giorni prorogabili solo in casi eccezionali.

E' partito ieri il count down del caso Tercas-Bankitalia. Ai trenta giorni per controdedurre alle accuse, ne seguiranno altri 240 dopo i quali la banca centrale di via Nazionale deciderà se e chi sanzionare per le presunte gravi irregolarità sfociate nel commissariamento dell'istituto di corso San Giorgio amministrato ora dall'"inviato" di Bankitalia, Riccardo Sora e dal nuovo dg, il pavese Dario Pilla. Di fatto, a Tercas è rimasto poco di teramano.

Bankitalia, nella relazione top secret, si attiene rigorosamente alla forma. Contesta agli ex amministratori presunti errori nei «sistemi di controllo» oppure nei «rischi creditizi». Ma non va oltre.

Nessuna delle 14 contesazioni infatti entra nel merito delle vicende che hanno scatenato il terremoto sulla Cassa di risparmio. In altre parole, Bankitalia non fa riferimenti diretti al crac epocale, da 800 milioni di euro, del costruttore romano Raffaele Di Mario, al quale Tercas prestò, senza valutarne tutti i rischi, un tesoro di 23 milioni di euro finito nel calderone della massa fallimentare. Né si citano rapporti, diretti o indiretti, con istituti bancari di San Marino, anch'essi finiti nella bufera e sotto il controllo di commissari.

Ma gli sviluppi del Risiko bancario teramano delle ultime ore riguardano anche la Banca di Teramo dove in due, Alessandro Maria Caccia e Cristiano Artoni, sono ancora in piena corsa per il dopo Antonio Tancredi. Con il secondo, l'imprenditore Artoni, che pare in leggero vantaggio sul primo, il farmacista Caccia.

La partita, a dir la verità, è ancora aperta, nonostante che ieri si rincorressero voci che davano Caccia come sicuro successore dello storico presidente della Bcc di viale Crucioli, l'ex deputato Antonio Tancredi scomparso una settimana fa. Nel pomeriggio, stando a fonti interne e qualificate della banca, però, si sarebbe raggiunto un accordo di massima sull'altro candidato, anch'egli membro del Consiglio d'amministrazione in cui, per statuto, dovrà essere scelto il successore. La decisione sarà presa nel Cda di lunedì. Sarà comunque un "presidente ponte" che dovrà traghettare la banca fino alla primavera del 2013 quando sarà scelta la vera, nuova governance. E chissà se tra un anno il dopo-Tancredi non sia ancora un Tancredi.

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