Terremoto, beffati decine di fornitori

Pagamenti bloccati all’Aquila: le imprese teramane non incassano ma versano l’Iva.

TERAMO. Le misure per aiutare le zone terremotate possono diventare anche nocive, se non ben calibrate. Lo segnala un imprenditore: i pagamenti delle fatture ai fornitori, nel “cratere”, sono bloccati ma gli imprenditori devono pagarci l’Iva. «Sono batoste di migliaia di euro», esordisce Alessandro Vaddinelli, titolare di due imprese nella zona industriale di Villa Zaccheo, «ci hanno comunicato che tutte le scadenze di pagamento vengono prorogate al 30 dicembre. Tutti gli imprenditori che hanno dei sospesi non li incasseranno, anche se sono di altre zone rispetto al “cratere” per cui sono esclusi dai benefici del decreto-terremoto. Non solo: lo Stato non ha nemmeno escluso dal versamento dell’Iva sulle fatture che non incassiamo. Faccio un esempio: io devo avere 70mila euro, non li ho incassati, ma ci ho dovuto pagare l’Iva». L’imprenditore racconta di casi di piccole imprese teramane che hanno dovuto versare all’erario 20-30mila euro senza aver incassato niente.

Si tratta di batoste, che soprattutto in questi momenti di crisi, possono far traballare soprattutto le aziende piccole e giovani. «Non è possibile che il governo faccia un decreto in cui non prende in considerazione chi deve ancora riscuotere le somme», incalza Vaddinelli che è titolare della Trix plastica e della Terpack di Villa Zaccheo, «è giusto aspettare i pagamenti, per dare una mano alle zone terremotate, ma l’impresa che aspetta non deve pagare le tasse sui soldi che non sta incassando: è assurdo. E ovviamente più le somme fatturate sono grosse, più gossi sono i problemi». Il titolare delle aziende, che operano nel settore degli imballaggi di carta e plastica, segnala anche un altro risvolto: «Anche per l’Irpef c’è un discorso aperto: noi abbiamo pagato l’acconto, ma nesuno ci ha chiesto quanti sospesi abbiamo con gli aquilani. Il calcolo dell’Irpef viene fatto sui dati dell’anno scorso, quando i pagamenti con L’Aquila erano regolari». Vaddinelli annuncia che scriverà una lettera aperta alle associazioni di categoria degli imprenditori per segnalare la portata del problema. Un’identica lettera ha intenzione di inviarla anche al capo della Protezione civile Guido Bertolaso.