Tortoreto incredula: «Era amico di tutti»

Le reazioni in città. Molto conosciuta la moglie, maestra d’asilo. Una mamma: «Non merita questo»

TORTORETO. Tutta Tortoreto ha sperato che quei resti non appartenessero a Demetrio Di Silvestre, e che presto il piccolo imprenditore avrebbe dato notizie di sé tornando sano e salvo a casa. Invece così non è stato e l’ipotesi più tragica sembra essere stata confermata. Il Lido è in lutto ed i tortoretani sono sgomenti, compresi gli amici dei bar che spesso la vittima del giallo di Ascoli frequentava. Tutti serbano un ricordo bello di Di Silvestre. Chi lo conosceva racconta che il 56enne dispensava sorrisi a tutti ed è rimasto impressa in molti la sua disponibilità incondizionata verso chiunque gli chiedesse qualcosa, specie dal punto di vista lavorativo.

Di Silvestre faceva il piastrellista e conduceva da anni una ditta individuale. È cresciuto fin da ragazzino nel settore edile, lavorando per grosse imprese che hanno fatto la fortuna e la storia non solo di Tortoreto. «Era abile nel lavoro, forse è stato tra i migliori piastrellisti della zona», ci dicono. Proprio l’ultimo giorno prima della scomparsa, agli amici dei bar che frequentava aveva detto di aver preso un lavoro nelle Marche, a San Benedetto del Tronto. «Non ha mai dato a vedere se avesse problemi, né si è mai confidato con qualcuno», continuano a raccontarci a Tortoreto Lido. «Sapeva stare con chiunque, era di compagnia. Demetrio era una persona con la quale potevi colloquiare amabilmente, con la quale potevi discutere di cose serie ma anche scherzare». La sua pagina Facebook è ferma al 5 novembre quando ha condiviso l’ultimo post.

La moglie, dalla quale ha avuto un figlio, è una dipendente della cooperativa che gestisce il nido Sirena. «Una donna d’oro, molto stimata e attaccata ai bambini che assiste all’asilo», ci racconta una mamma che conosce bene la moglie di Di Silvestre, «non meritava di vivere una tragedia di questa portata». Un cugino di Demetrio, Angelo Di Silvestre di Alba Adriatica, è stato condannato a 23 anni di carcere per l’omicidio di una prostituta ucraina avvenuto nel 1998.

Tutta Tortoreto ora si stringe intorno alla moglie ed al figlio di Di Silvestre e chiede verità e giustizia. L’appello che lanciano gli amici, i conoscenti ed anche i colleghi del piastrellista è di dare un volto all’autore o agli autori di questo efferato delitto. La comunità tortoretana ancora non supera l’altra tragedia, quella di Giulia Di Sabatino, la cui morte secondo i genitori e l’opinione pubblica locale è stata procurata da qualcuno e non voluta dalla stessa ragazza, il cui corpo venne straziato sull'asfalto dell'A14 la notte del 1° settembre 2015, il giorno del suo 19esimo compleanno.

La città si prepara a celebrare le esequie di Di Silvestre, non appena lo permetterà la procura della Repubblica di Ascoli Piceno.

Alex De Palo

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